Gianandrea Zagato
Cè persino un bosco a Cannobio, in provincia di Verbania. Ma anche una villa a Bordighera e una a Loano. Oltre allIdroscalo, al teatro Dal Verme e alla «casa dellallevatore» di Roncello. Senza dimenticare poi lex quartier generale di Napoleone durante la campagna dItalia, Villa Crivelli a Limbiate, e il castello mediceo di Melegnano sul Lambro. E, naturalmente, le azioni della Serravalle e delle altre società partecipate dalla Provincia di Milano. Fotografia parzialissima del patrimonio immobiliare e mobiliare in mano a Filippo Penati, che Palazzo Isimbardi sta censendo. Motivo? Si tratta di beni che lamministrazione provinciale milanese deve spartire con la Provincia di Monza, nel 2009 avrà infatti diritto alla sua fetta di eredità valutata in centinaia di milioni di euro.
Ma, sorpresa, cè il rischio di una sofferta separazione dei beni. La Provincia di Monza teme eventuale «scippi» e preannuncia linizio di una guerra a colpi di carte bollate. «Negli atti del presidente Penati si legge un disegno egemonico che non può non preoccupare i sindaci brianzoli. Motivo? In questo regime transitorio ogni atto e ogni impegno dovrebbe essere condiviso tra le due amministrazioni, quella uscente e quella entrante. Questioni di prudenza e di opportunità oltreché di garanzia che Penati si guarda bene da rispettare» dichiara Fabrizio Sala, vicepresidente dellassemblea dei sindaci della Provincia di Monza. Valutazione sostanziata in un «atto di significazione» presentato dal comitato pro Brianza Provincia al commissario di governo Luigi Piscopo e al presidente dellassemblea dei sindaci, il diessino Michele Faglia: richiesta a Piscopo e Faglia (sindaco di Monza, ndr) di esercitare tutte le loro prerogative a tutela degli interessi della nuova Provincia «minacciata dalleccesso di potere» della giunta Penati che si muove come «se la Provincia di Monza non esistesse affatto». Iniziativa notifica «per conoscenza» anche al ministro dellInterno, Giuseppe Pisanu, e al procuratore regionale della Corte dei conti. Atto «necessario» chiosa Attilio Gavazzi, consigliere provinciale di Forza Italia e vicesindaco di Seregno: «Per rendersene conto basta, ad esempio, leggere quella delibera della giunta Penati che conferisce ad unholding, Asam, beni in natura ed in denaro in conto capitale. Operazione finanziaria che mira a togliere alla Provincia di Monza ogni possibilità di controllo su Serravalle, sulle scelte strategiche della società». Come dire: nella dote di Monza non ci saranno azioni di Serravalle bensì di Asam che, in soldoni, significa tra laltro non avere «un peso determinante nel consiglio damministrazione della società autostradale». Rischio dovuto al «metodo Penati» sgradito pure al centrosinistra, come rileva Faglia: «Io, per primo, ho espresso pubblicamente riserve sul metodo - e non sul merito che è legittimo per legge - di alcune recenti scelte della Provincia di Milano. E ho ricevuto da Penati la disponibilità a redigere un protocollo dintesa con lassemblea dei sindaci per concordare le modalità di condivisione delle scelte che interessano il patrimonio dellente». Replica, quella del primo cittadino monzese, che «conferma la possibilità di un danno patrimoniale» commenta Bruno Dapei, capogruppo provinciale di Forza Italia. Opinione tradotta in quella diffida che «reclama coinvolgimento per costruire la Brianza del futuro, ciascuno secondo la propria parte e secondo le proprie responsabilità» continua Dapei.
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