Tocca a Carlo Masseroli, assessore allurbanistica, andare a Santa Giulia ad affrontare la rabbia e la paura degli abitanti: il sequestro dellarea, la scoperta di vivere sopra una miniera di veleni e una falda acquifera avvelenata, hanno shockato le centinaia di famiglie che al momento di creare casa avevano ricevuto assicurazioni di ogni genere sulla bonifica. Ora si scopre che non era vero niente. Ma Masseroli, in una assemblea infuocata, tranquillizza gli abitanti almeno sul punto più angosciante: «lacquedotto è sicuro», dice. E promette che il Comune farà il possibile per rimettere in sicurezza e restituire agli abitanti il parco e lasilo nido colpiti anchessi dal sequestro.
Nel frattempo, si annuncia uno scaricabarile delle responsabilità tra gli indagati: Giuseppe Grossi, titolare dellazienda di bonifica, darà la colpa al proprietario delle aree Luigi Zunino, che a sua volta si coprirà dietro il via libera ottenuto dagli enti locali. E sulle responsabilità pubbliche va allattacco anche Gaetano Pecorella, presidente della commissione parlamentare dinchiesta sui rifiuti, che al termine della sua visita milanese accusa Arpa e enti locali: «Abbiamo chiesto ai responsabili delle amministrazioni come sia stato possibile che non ci siano stati controlli sulle bonifiche ma non abbiamo avuto risposte esaurienti». Anche la magistratura, sostiene Pecorella, avrebbe potuto muoversi prima.
Inoltre, il senatore-avvocato lancia unaccusa esplicita sulle «infiltrazioni» mafiose allinterno delle «grandi società» che hanno realizzato loperazione di Rogoredo. «Il tema delle bonifiche - ricorda Pecorella - è caro alla criminalità».