Anderson, una "Trama fenicia" per ricamarsi la Palma d'oro

Il regista costruisce un film sul rapporto fra un tycoon e i figli, con un cast stellare dove spicca Benicio del Toro

Anderson, una "Trama fenicia" per ricamarsi la Palma d'oro
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da Cannes

Un tycoon, specializzato nel sopravvivere a disastri aerei e non solo, sopravvive all'ennesimo attentato e si mette alla ricerca della figlia che, nel frattempo, è diventata suora. A lei decide di trasferire e lasciare i segreti imprenditoriali nel caso di morte. La trama fenicia è l'ultimo lavoro di Wes Anderson (foto), tra i candidati più autorevoli alla Palma d'oro del Festival di Cannes.

Racconto di un rapporto padre-figlia che incrocia diversi temi - tradimenti, scelte moralmente ambigue che superano i confini di una religione vissuta in modo a volte parodistico - il film ricalca lo stile narrativo, tipico del regista americano. Molto attento all'estetica cinematografica e a scenografie variopinte senza alcun dettaglio lasciato al caso, La trama fenicia è la storia di una relazione molto tesa all'interno di un'imprenditoria familiare che corre sul filo dell'illegalità. Il cast è ricchissimo - da Benicio Del Toro a Tom Hanks passando per Mathieu Amalric, Scarlett Johansson e Benedict Cumberbatch non sempre facilmente riconoscibili - come da abitudine di Anderson che ha confezionato un'opera a tratti disorientante ma sempre coerente con quel manierismo di cui è diventato un maestro.

Bella da vedere, un po' meno appassionante nello sviluppo, quest'opera contribuisce a dare un tono multiforme al programma del Festival che ieri pomeriggio è stato monopolizzato dalla delegazione brasiliana.

La squadra di Kleber Mendonça Filho ha sfilato per la prima di L'agente segreto, una sorta di thriller drammatico a sfondo politico nel Brasile degli anni Settanta. Anche qui un intrigo familiare con un padre alla ricerca del figlio, dopo aver perso la moglie ed essere finito nel mirino di una conventicola criminale.

I rapporti tra

genitori e relativa prole sembrano comuni alla maggior parte dei titoli in cartellone, quasi a simboleggiare l'importanza e la difficoltà di vivere relazioni normali in un mondo che sembra voler triturare il senso delle origini.

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