Antonio, questa uscita te la potevi risparmiare

Caro Antonio, io non ti fischierei. Mai. Perché una domenica storta non ne cancella 37e meravigliose. Ma credo che un professionista debba avere rispetto per il «suo» pubblico. Chi viene allo stadio, a guardare uno spettacolo di cui pensa tu sia l'assoluto protagonista, ha anche il diritto di dissentire se quello che di solito è il one man show non c'azzecca. Anche se solo per una partita su 37. Tu dici che è da due anni che vieni «beccato» dai distinti: dal campo si sentirà sicuramente meglio che dalle tribune, ma io non ricordo boati di fischi quando tocchi palla; piuttosto uno stadio sempre pronto ad alzarsi in piedi ogni volta che ti esibisci con il pallone e che ci regali quelle pennellate d'autore degne di Caravaggio. Questa uscita te la potevi risparmiare, pensando a quanto il pubblico blucerchiato ti ha amato da quando sei arrivato. È lo stesso stadio, la stessa gente, che dopo l'espulsione con sceneggiata di Sampdoria- Torino si è stretto intorno a te e ti ha aspettato per oltre un mese prima che tornassi in campo. Ti ha applaudito e sostenuto. Sono gli stessi che a migliaia, a ferragosto 2007, erano sotto il sole di Brignole (!) per darti il benvenuto.

Caro Antonio, sai bene anche tu che quello blucerchiato è il miglior pubblico che tu possa trovare. Sono sicuro che la pensi come me e, se chiedessi scusa per quello sfogo, sarebbe solo un atto d'amore. Anche perché sono convinto che se hai reagito così è perché, anche tu, ami la Sampdoria.

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