Anziani: 100mila ore con gli angeli custodi

Per i nonni liguri la Regione istituisce un numero verde e dota molte strutture sociosanitarie di impianti di aria condizionata

Anziani: 100mila ore con gli angeli custodi

Il numero verde 800-995988, i custodi sociosanitari, l’assistenza domiciliare in collaborazione con i medici di famiglia, l’ottanta per cento delle strutture pubbliche sociosanitarie dotate di aria condizionata.
L’assessore alla Sanità Claudio Montaldo e il vicepresidente Massimiliano Costa hanno presentato ieri il piano regionale per fronteggiare l’emergenza caldo a difesa degli anziani che in Liguria, sopra i 75 anni, sono quasi 210mila. A Genova sono 95mila, a Imperia 26mila, a Savona 36mila, a Spezia 29mila, nel Tigullio 20mila.
Il piano per gli ultra settantacinquenni parte oggi su tutto il territorio regionale e il pacchetto di servizi, già sperimentato per la prima volta nel 2004, si arricchisce con l’aumento del dodici per cento delle ore di assistenza per un totale di 100mila ore di attività e un finanziamento di un milione e 683mila euro. I custodi sociosanitari, fino a settembre, aumentano da 120 a 160 con un minimo di 7 per ognuno dei 19 distretti liguri, fino a un massimo di 14 per quelli popolosi del capoluogo genovese. La figura professionale del custode sociosanitario viene selezionata in base alle capacità relazionali, alla motivazione e all’esperienza maturata nell’ambito della solidarietà sociale e potranno anche essere scelti studenti universitari che faranno visita, dopo l’apposita formazione professionale, agli anziani in collaborazione con i distretti sociosanitari e i medici di famiglia, svolgendo anche piccole incombenze legate al quotidiano. I giovani saranno reperibili sul cellulare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.


Al numero verde gli anziani potranno accedere invece dalle 8 alle 20 per informazioni per servizi, attività di socializzazione, ascolto e compagnia telefonica, consigli per alimentazione durante il periodo caldo.
«Il piano regionale – spiegano Montaldo e Costa – funziona tanto che l’anno scorso abbiamo registrato nei pronto soccorso cinquemila affluenze in meno rispetto all’anno precedente».

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