Con lafa record di questi giorni entra nel vivo il piano anticaldo che il Comune ha attivato dal 1 giugno al 2 settembre per aiutare gli oltre 300mila anziani milanesi ad affrontare al meglio lestate. Positivo, fino a questo momento, il bilancio del piano. «Sono già giunte oltre 15mila richieste di vari servizi e ne abbiamo erogati più di 1.800 - ha ricordato ieri lassessore alle Politiche sociali Mariolina Moioli in occasione del pranzo con gli anziani del centro socioricreativo «Acquabella» - Assistenza domiciliare, pasti caldi a casa (il più popolare) contributi economici, ricerca di badanti e ricoveri in case di riposo». Apprezzate anche le attività dei centri per anziani, che questanno il Comune ha climatizzato, frequentati da circa 20mila persone.
Dal 25 luglio, inoltre, gli anziani potranno usufruire gratuitamente di servizi di parrucchiere, abbonamenti alle piscine, cinema, pizzerie e visite guidate ai musei. «Ma la vera novità - ha sottolineato lassessore - è che le istituzioni si stanno facendo carico dei circa 74mila casi critici censiti nellAnagrafe della fragilità stilata dallAsl: oltre 6mila anziani, in particolare, sono considerati ad alto rischio, perché soli, poveri e affetti da più patologie, ma spesso inconsapevoli dei pericoli che corrono».
Una task force di 7 assistenti sociali e 4 operatori socioassistenziali, affiancati da 9 cooperative di assistenza domiciliare, con 392 operatori, lavorerà insieme ai 361 portieri dei caseggiati Aler, ai 110 custodi sociali del Comune (per cui sono stati spesi circa 13 milioni di euro) e a 54 custodi socio-sanitari che rientrano nel progetto della Regione e della fondazione Don Gnocchi. Il servizio, che sta entrando in funzione gradualmente, ha già contribuito a far emergere circa 1.000 dei 1.700 casi critici che a fine maggio risultavano ancora sommersi.
«Le persone anziane sono diffidenti - spiega infatti lassessore - Con operatori sempre presenti sul territorio, invece, riescono a creare un rapporto, al punto che alcuni ci hanno chiesto di lasciare lo stesso custode dellanno precedente». Per questo lobiettivo è rendere immediatamente identificabili queste «sentinelle del quartiere» non solo con un badge, ma anche attraverso una sorta di divisa.
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