«Una politica sociale che ponga al centro dell'attenzione la persona, la famiglia, i bambini e gli anziani, per migliorarne la qualità della vita, senza distinzione alcuna».
È questo uno degli obiettivi della Fondazione Carige, che ancora una volta sceglie la tutela delle fasce deboli, come priorità del proprio mandato.
Perché come più volte sostenuto dallo stesso vicepresidente Pierluigi Vinai: «si tratta di un dovere verso coloro che non devono essere vissuti come un peso, ma anzi, come una risorsa». Ed è all'interno di quest'ottica che la Fondazione indirizza parte dei propri interventi, verso iniziative finalizzate a prevenire e a contrastare la povertà, l'emarginazione e gli svantaggi sociali, cooperando con le amministrazioni pubbliche, organizzazioni di volontariato ed enti religiosi.
Non soltanto dunque sviluppo locale; ricerca e salute; educazione, cultura e arte ma anche assistenza a famiglie e a quanti si trovano in situazioni di grave disagio. Come i poveri, gli anziani soli e malati, gli stranieri, i disabili e le persone senza fissa dimora, che ogni anno, puntuali si ritrovano a festeggiare i pranzi delle feste, insieme ai tantissimi volontari della Comunità di Sant'Egidio. Una grande festa resa possibile anche grazie ai finanziamenti della Fondazione, che stanzia contributi, necessari a preparare e a offrire un ricco pranzo, «condito» anche di regali personalizzati.
È storia nota, le sale prestigiose e accoglienti che Sant'Egidio prepara in tutta la città: dalla chiesa dell'Annunziata, a Palazzo Ducale, da San Siro alla Sala Chiamata del Porto, all'istituto Calasanzio a Cornigliano e a Bolzaneto, fino agli istituti per anziani, seguiti tutto l'anno dai volontari.
Oltre duemila ospiti il giorno di Natale, che salgono a tremila, contando le feste organizzate nei giorni precedenti nelle carceri di Marassi e Pontedecimo, fino ai ponti e ai rifugi improvvisati delle famiglie costrette a ripari di fortuna, contro il freddo inclemente di dicembre.
«In prima fila nel campo della solidarietà, c'è da sempre la Fondazione Carige - spiega Claudia Poggi, una delle responsabili della Comunità di Sant'Egidio, che cura direttamente il pranzo di Natale -. I costi sono elevatissimi, perché non c'è soltanto il problema del cibo, ma anche quello dell'allestimento e dei regali. La Fondazione, interviene regolarmente con dei contributi, che permettono di fare tanto. Si è oramai consolidato un rapporto di stima e fiducia reciproca, di comprensione delle nostre attività. Non parlo soltanto del pranzo di Natale, ma anche dell'aiuto che la Fondazione ha dato, e continua a dare alla residenza degli anziani di via Caffaro, anche questa gestita dai nostri volontari. La Fondazione comprende e sostiene le cose che facciamo - aggiunge -, capisce i bisogni della città, attraverso un aiuto che si traduce in fedeltà e attenzione».
Un sostegno che arriva anche dai tanti volontari: ragazzi, studenti, adulti e anziani che quotidianamente offrono alla comunità lavoro e tempo a favore dei meno fortunati. Un lavoro che dura tutto l'anno a sostegno di anziani soli e malati in casa, in residenze e in istituti, ma anche assistenza a quanti vivono situazioni di disagio economico e sociale. «Una comunità di puri volontari - continua Poggi -, tra noi non c'è nessuno stipendiato.
Una scelta, una vocazione, quella di prestare aiuto agli altri senza nessun tipo di remunerazione. Questo non vuol dire non essere professionali, vuol dire essere spinti semplicemente da una vocazione più profonda.
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