Claudio De Carli
Abramina di mestiere si contorce, balla e salta. È nata su una carovana che non si ferma mai e sulla stessa carovana ha fatto nascere tutti i suoi nove figli, prima con Oscar e poi con Aldo. Uno adesso chissà dovè, laltro dopo tre infarti e due ictus ha deciso di togliere il disturbo. Ma lei non si è ancora fermata, il circo è dolce, il circo è malinconico, il circo dopo tre giorni puzza: serve unaltra piazza, unaltra fontanella, due nuovi pali dove stendere tre panni e quattro cenci. La storia di Abramina molti lettori del Giornale la conoscono, la sua e quella di Marcello, il suo figliolo finito in coma vegetale.
Marcello faceva lacrobata, oppure quello che serviva per riempire la serata sotto il tendone, mai sbagliato un colpo fino a quando è andata buca. È sempre così, gira tutto e poi allimprovviso qualcosa finisce fra le ruote. Loro erano lì a far divertire la gente con poche cose, intanto il mondo si riprendeva Marcello. Uno stupido incidente in auto, un trauma cranico, un travaglio durato otto anni. Cosa vorresti Abramina? «Una piccola casa per me e Marcello, anche una di quelle casette di legno dove i giardinieri ci ripongono gli attrezzi. Sul camper dinverno si gela».
E Abramina un giorno è stata accontentata, diceva di desiderare solo una casa di otto metri quadrati: Marcello ora riposa in una casetta lunga due metri e larga sessanta centimetri, mogano grezzo, senza finestre. È passato poco più di un mese. Allora Abramina si è accorta che non era affatto vero che era Marcello ad aver bisogno di lei, e neppure che lei non voleva ricoverarlo perché solo una mamma sa dare amore e speranza. In verità Abramina si è accorta che era lei ad aver bisogno di quel figlio che ormai non muoveva più gli occhi e non sapeva restituirle neppure un cenno.
Abramina sta pensando che è ora di tornare a far ridere la gente, dice che si rimette con i saltimbanchi, lei e il suo cagnolino: «Mi cade la gonna, mi tiro su i mutandoni...vediamo se mi riesce ancora, sono otto anni che non faccio più ridere». Ma ora il problema si è spostato e cè di mezzo il suo camper che da un momento allaltro potrebbe essere requisito, storia di supermulte. Ci sono quattromila euro da pagare e non si sono né santi né clown: o salda o finisce tutto. Dice che se non laiutano i lettori del Giornale come laltra volta, non sa proprio a chi rivolgersi: «Ho quindici giorni di tempo, poi scatta il fermo». Ha una multa di 2.
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