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Appello per il caso Mills, sentenza il 27 ottobre

Tempi rapidi per il processo-bis all'avvocato accusato di essersi fatto corrompere da Berlusconi. La Procura generale chiede la conferma della condanna. La difesa: non c'era motivo perché corrompesse, visto che le dichiarazioni del legale erano state usate come atto d'accusa contro il Cavaliere

Appello per il caso Mills, sentenza il 27 ottobre

Milano - Un'udienza per far parlare l'accusa, due per la difesa, poi la sentenza. Viaggia a tappe forzate il processo d'appello a David Mackenzie Mills, l'avvocato inglese accusato di essersi fatto corrompere da Silvio Berlusconi e per questo già condannato in primo grado a cinque anni e mezzo di carcere. Oggi il giudice Rosario Spina, relatore del processo davanti alla Corte d'appello, ha riccostruito i passaggi chiave della vicenda e della sentenza di primo grado, pronunciata dal tribunale presieduto da Nicoletta Gandus. Ma il relatore ha dato ampio spazio anche alle tesi dei difensori di Mills, secondo i quali la corruzione del legale britannico da parte della Fininvest non avrebbe avuto alcun senso, visto che in realtà Mills - interrogato dalla Procura milanese sui conti esteri del Biscione - non scagionò affatto il gruppo di Berlusconi, tanto che anche sulla sua testimonianza si basò la sentenza che condannò in primo grado il Cavaliere per la vicenda All Iberian. Nel suo intervento il procuratore generale Laura Bertolè Viale ha invece chiesto la conferma della condanna di primo grado. Non è necessario, ha detto, che la Corte d'appello interroghi nuovi testimoni, perchè il processo di primo grado fu già sufficientemente completo. E nemmeno è necessario che venga convocato in aula Berlusconi,visto che nelle sue dichiarazioni pubbliche il premier ha già detto di non sapere assolutamente chi fosse Mills. Alla richiesta dell'accusa si è associata l'Avvocatura dello Stato a nome della presidenza del Consiglio che si è costituita parte civile nel processo (con il risultato lievemente paradossale che Palazzo Chigi chiede la condanna del suo attuale titolare). Sentenza in tempi brevi, dunque. D'altronde la Procura generale è in lotta contro il tempo, le difese sostengono che le accuse contro Mills sono già prescritte, la Procura non è d'accordo ma sa che - ben che le vada - nella primavera del 2010 la prescrizione scatterà sicuramente. Questo significa che l'accusa ha una manciata di mesi per arrivare contro Mills alla condanna definitiva in Cassazione. E andare poi al vero, decisivo scontro: il processo a Silvio Berlusconi, che si erta dovuto interrompere per l'entrata in vigore del lodo Alfano e che ora potrà ripartire (non, ovviamente, davanti al giudice Gandus). Formalmente i due processi - quello a Mills e quello a Berluscono - vivono di vita propria ma restano comunque intimamente connessi. Nella ricostruzione della Procura milanese, Mills fu il corrotto e Berlusconi il corruttore. Per questo poter calare sul processo al Cavaliere tutto il peso della condanna definitiva di Mills sarebbe per la Procura un passo avanti importante per ottenere la condanna anche del capo del governo.

A meno che, nel frattempo, la prescrizione non inghiotta tutto.

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