Appello alla città: «Più volontari per il Fatebene»

Li vedi tra i corridoi dei reparti, al pronto soccorso e nell’atrio dell’ospedale. Sono gli angeli del Fatebenefratelli, i 250 volontari dell’associazione «Francesco Vozza», onlus che ogni giorno cerca di portare un po’ di sollievo ai pazienti. Il loro motto: «Che l’ammalato si senta un po’ meno solo». Per questo provvedono ai bisogni degli ammalati, distribuiscono gratuitamente indumenti e accessori di prima necessità, gestiscono un servizio di trasporto da e per l’ospedale per i pazienti privi di risorse o per quelli soli e accompagnano chi non è autosufficiente durante i primi giorni di dismissione.
Il nome dell’associazione apparteneva a un ragazzo, Francesco, figlio del professor Riccardo Vozza, allora primario di oculistica al Fatebenefratelli. Era il 1984 e Francesco morì a soli 14 anni per un male incurabile. Da qui l’idea di radunare attorno alla famiglia del giovane un gruppo di amici che, insieme, ha fondato questa associazione per stare vicino agli ammalati e farli sentire un po’ meno soli. «Grazie all’associazione - racconta Riccardo Vozza - abbiamo scoperto una Milano sconosciuta: tante persone che hanno deciso di unirsi a noi e darci una mano». E però, si può fare ancora di più.

«Per questo vogliamo farci conoscere e coinvolgere un numero ancora maggiore di volontari che dedichino una porzione del loro tempo ai pazienti ricoverati». L’associazione non riceve finanziamenti dalle istituzioni, sono le quote dei soci e dei sostenitori a supportare le sue attività insieme ai proventi del mercatino benefico organizzato in novembre.

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