Dopo quella aperta ai milanesi per invitarli a manifestare contro la criminalità, Letizia Moratti spedisce altre due lettere. Una al ministro dellInterno Giuliano Amato per «accogliere linvito per la firma insieme agli altri sindaci del protocollo-quadro sulla sicurezza nelle città» e unaltra ai colleghi di Torino, Roma, Napoli, Firenze, Bologna, Genova, Venezia, Bari, Cagliari, Messina, Catania, Palermo e Trieste. Un invito a rinunciare alle polemiche e a far fronte comune. Magari partecipando al corteo del 26. Un invito accorato, in cui la lady di ferro parla di «spirito di leale collaborazione» e replica alle critiche piovutele addosso soprattutto dagli eletti nel centrosinistra. E allora la Moratti spiega un «appello» che «tanti milanesi hanno subito accolto e trasformato in una loro libera, spontanea manifestazione di strada». Un appello bipartisan, il tentativo di «dare voce alle preoccupazioni e alle proposte che insieme a voi, sindaci delle grandi città, ho avuto modo di discutere e condividere in più occasioni nei mesi passati». «E penso - aggiunge - che la risposta dei milanesi possa essere interpretata come una risposta di tanti altri italiani, al di fuori degli schieramenti politici». Il sindaco ricorda le segnalazioni fatte più volte insieme ai colleghi nelle sedi istituzionali e la decisione comune di «portare allattenzione del governo i problemi della sicurezza, così strettamente connessi alle politiche di accoglienza e di sostegno sociale che noi per primi siamo chiamati a realizzare per fronteggiare le tante emergenze». Un impegno a cui non sembra seguire una pari attenzione del governo Prodi per le esigenze delle città, aggredite dalla malavita locale e straniera. Soprattutto quelle metropolitane alle prese, ricorda la Moratti, con i fenomeni dellemarginazione sociale, dellabusivismo, dellillegalità. Piaghe a cui Milano chiede di rispondere «con politiche per il sostegno della famiglia, nuove leggi contro la violenza sulle donne e sui minori, azioni necessarie per combattere più efficacemente la diffusione delle droghe e politiche di recupero per chi ne è vittima».
«Non possiamo nasconderci il durissimo jaccuse della Moratti - che i problemi della sicurezza abbiano trovato dal governo, al momento di definire la Finanziaria, una risposta insoddisfacente». Opinione, ricorda, condivisa allora da tutti i sindaci. «Avemmo la sensazione, come ricorda oggi Domenici, di un rapporto gerarchico tra governo e Comuni e concordo quindi con lui, con Walter Veltroni e con Sergio Chiamparino, sullopportunità di rilanciare su basi nuove le relazioni tra città e governo». Nessuna battaglia personale.
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