Appello Sconto di pena per il killer romeno

Uccise l’amante per 120 euro e una scheda telefonica: ridotta di due anni la pena. Lo ha deciso ieri la I Corte d’Assise d’Appello, presieduta dal giudice Antonio Cappiello, nei confronti di Gelu Mustatea, 32 anni, romeno, in galera dall’aprile 2007 con l’accusa di omicidio premeditato.
La condanna a 14 anni di carcere, inflitta ieri, potrebbe aumentare in quanto all'imputato sono stati contestati anche la rapina e la distruzione di cadavere. Una storia maledetta avvenuta nella dependance di una villa a Casalpalocco. È la sera del 15 gennaio 2007 quando alcuni automobilisti sulla Colombo vedono delle fiamme al di là di una recinzione. Quando arrivano i vigili del fuoco e i carabinieri c’è ben poco da fare. All’interno di una casupola il corpo di Maria Dobrita, 53 anni, stesa sul letto, massacrata di botte, strangolata e semicarbonizzata. Porte e finestre chiuse dall’interno. Sulle prime, nonostante le macchie di sangue su coperte e lenzuola, gli inquirenti parlano di tragico incidente domestico. La presenza di più focolai, poi, fa pensare, addirittura, a un suicidio. Il marito della donna, al momento della «disgrazia» è fuori per lavoro. Un alibi a prova di accusa il suo. Solo in seguito all’autopsia le indagini prendono tutt’altra direzione: si scava nel passato della donna e si scopre una relazione con un connazionale più giovane di lei.
Lui, sposato e con figli in Romania, non trova lavoro. E i pochi soldi guadagnati qua è là li brucia in birra e superalcolici. Lei, stanca della vita coniugale, crede di aver trovato una nuova ragione di vita.

Allo stesso tempo la donna cerca di proteggere, con senso materno, il giovane amante. Ma lui non ci sta. «Volevo farla finita - confesserà davanti al pm Olga Capasso - e recuperare i soldi che lei non voleva ridarmi. Ho perso la testa e ho cominciato a picchiarla».

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