nostri inviati a Vicenza
Da una parte i cori da stadio degli imprenditori che hanno inneggiato a «Silvio» e hanno scandito quasi tutti i passaggi del suo appassionato intervento con applausi altrettanto appassionati. Dall’altra il silenzio di Luca Cordero di Montezemolo, i gesti di stizza di Massimo Calearo e quelli un po’ più espliciti di Diego Della Valle, conditi dai «vergogna» urlati all’indirizzo di un premier per nulla disposto a fare sconti all’establishment. Doveva essere un convegno all’insegna dell’unità di Confindustria. E alla consulta dei presidenti che ha aperto la due giorni di Vicenza era andato tutto liscio. Anche chi, nel vertice di Viale dell’Astronomia, avrebbe potuto avanzare qualche critica alla linea della confederazione non lo ha fatto.
Il dissenso è esploso lo stesso. Si è fatto strada dalla pancia della Confederazione, e si è manifestato in modo spettacolare proprio l’ultimo giorno. Non un dissenso di vertice, quindi, piuttosto un malumore della base confindustriale, fatta per lo più da piccoli e medi imprenditori che hanno fatto una scelta politica da tempo e non intendono abbandonarla. Certo, ha commentato Ettore Riello, presidente dell’omonimo gruppo, «è stata una giornata diversa. Uno spaccato di come è questo mondo, visti gli applausi a Berlusconi. In ogni caso - aggiunge - sarebbe meglio abbassare i toni».
Già l’annuncio dell’arrivo del presidente del Consiglio è stato salutato ieri mattina da un applauso diverso da quelli della prima giornata del convegno. Poi l’intervento di Giulio Tremonti, anche questo accolto da manifestazioni di apprezzamento che hanno fatto dimenticare la platea tiepida che aveva ascoltato, un giorno prima, Romano Prodi. Segnali che gli stessi confindustriali hanno interpretato come un’indicazione delle scontate simpatie politiche degli imprenditori. A preoccupare il vertice di Confindustria è stato piuttosto l’episodio che si è consumato più tardi e che ha visto come protagonista, oltre al premier, il patron della Tod’s, un «azionista di maggioranza» dell’attuale dirigenza di Confindustria. Il direttore del Sole24ore Ferruccio de Bortoli, sollecitato da Montezemolo, lo ha invitato sul palco per replicare a Berlusconi, ma la platea degli industriali ha risposto con una salva di fischi che ha costretto Della Valle a rinunciare. Un segnale di sfiducia verso l’industriale marchigiano che di Berlusconi aveva detto «non vedo l’ora che vada a casa». Anche un atto di sfiducia nei confronti dell’attuale presidente di Viale dell’Astronomia? «Montezemolo non è in discussione», ha detto Andrea Pininfarina, vicepresidente della confederazione. E le contestazioni a Della Valle? «Non ho sentito fischi, ci sono stati anche molti applausi, tutti tentano di accreditare se stessi come rappresentanti degli industriali».
I più accesi sostenitori di Berlusconi sono stati i primi a lasciare la fiera di Vicenza, subito dopo l’intervento del premier. «Non erano imprenditori», assicura Pininfarina. Una minoranza? Secondo il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, «nordestino» doc, non è così: «Berlusconi oggi ha efficacemente delegittimato quell’esigua minoranza di imprenditori che, forte della sua influenza su alcuni media, ha preteso di sostenere l’Ulivo pretendendo di esprimere le ragioni di tutte le imprese. La risposta pressoché unanime della sala è stata evidente». Montezemolo non si espone: «Ho troppo rispetto, come cittadino e come presidente di Confindustria, per le istituzioni e in particolare per il presidente del Consiglio per fare qualunque commento».
Sorpreso Umberto Quadrino, presidente di Edison, che spiega tutto con lo stress elettorale: «Siamo sotto shock, Tremonti era stato più apprezzato di Prodi, ma perché questo intervento del presidente Berlusconi? Si vede che è sotto stress e si crede ingiustamente perdente». I toni del premier sono piaciuti ai semplici partecipanti. «Gliel’ha cantate», si sentiva dire passeggiando nel catino della Fiera.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.