Arbitrato, Berlusconi: «So chi ringraziare»

Anche Andrea Della Valle furibondo: «Non finisce qui. Riduzione ridicola, valutiamo ogni ipotesi». Cobolli: «Juve esempio di pulizia»

Gian Piero Scevola

Non ha digerito le decisioni dell’arbitrato, il presidente rossonero Silvio Berlusconi, e le sue opinioni non se le tiene certo dentro. E a chi gli chiede se si sente preso in giro, risponde con estrema decisione: «Deluso mi sembra un eufemismo. Sono indignato come lo sono tutti i tifosi rossoneri e anche per le voci che sono circolate e che hanno fondamento assoluto (il riferimento alle intromissioni politiche è evidente, ndr). E proprio i tifosi sanno chi ringraziare di questa ingiustizia». Ma il numero uno rossonero riesce anche a sorridere quando afferma: «Il Milan è sempre il Milan, tutti devono saperlo. Saremo ancora una volta più forti della sfortuna, più forti dell’invidia e più forti dell’ingiustizia». Poi scappa in tribuna, ma l’ultima frase è di quelle che conciliano col calcio e da un grande sportivo come Berlusconi non si poteva aspettare altro: «No, non andremo al Tar. Vinceremo anche con la penalizzazione».
C’è chi invece alla luce degli ultimi verdetti si frega le mani soddisfatto, come il presidente bianconero Cobolli Gigli che esprime la sua soddisfazione: «È stata una sentenza ragionata. Non si è usato il concetto di pariteticità, ma motivazioni differenziate, la riduzione c’è stata anche perché noi avevamo pagato un prezzo troppo elevato. Abbiamo dato un esempio di pulizia morale e anche di poca presunzione». Lapidario e gelido il commento di John Elkann: «Speravamo, ma non ci aspettavamo niente». E Lapo Elkann da Valencia fa notare: «È una settimana da ottomagico: 8 punti di sconto alla Juve, 8 punti di vantaggio di Rossi e 8° titolo in ballo per il mio amico Valentino».
Di tenore ben diverso gli umori in riva all’Arno dove la Fiorentina non esclude il ricorso al Tar e lo fa ben capire in un comunicato dove «sta esaminando il contenuto del lodo arbitrale e delle carte processuali per decidere come tutelare al meglio la posizione della società, della dirigenza e dei suoi azionisti». La Fiorentina ribadisce «di non aver mai commesso alcun illecito e conferma la posizione fortemente critica nei confronti di una decisione che fonda il giudizio di condanna su presunzioni prive di riscontri oggettivi».
Rabbiosa la reazione del presidente Andrea Della Valle: «Non è finita qui. Domani Diego ed io parleremo e poi vedremo. Il nostro sconto è ridicolo rispetto a quello degli altri. L’amarezza è tanta, cercheremo di decidere per il bene della società e della città. Diego è amareggiato, arrabbiato e incavolato come me, ma da questa situazione usciremo più forti di prima. Per il bene del club stiamo valutando varie ipotesi di reazione, anche quella di separare le strade (ricorso dei dirigenti per lasciare fuori la società, ndr). Capisco la rabbia dei tifosi, ma certe decisioni vanno prese tutti assieme. Abbiamo pensato anche di non accettarli questi 4 punti di sconto, ma ce li teniamo».
Dice la sua invece l’allenatore Cesare Prandelli, un ultrà viola che sa anche ragionare da politico.

«Lo striscione che domani (oggi per chi legge, ndr) la curva esporrà, “Della Valle portaci al Tar”, lo terrei in mano anch’io se fossi un tifoso, ma prima di prendere una decisione pesante come quella di andare al Tar del Lazio parlerei con i giocatori e con tutte le varie componenti, anche perché c’è il rischio di tre anni di squalifica dalle coppe europee. Quindi sbolliamo prima tutto e poi vediamo».

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