Cultura e Spettacoli

Archelogia, Atena torna a Lampedusa e il Cratere Laconico a Gela

La statua acefala della dea è stata restituita
dopo oltre 20 anni al suo museo naturale,
il preziosissimo vaso, recuperato in Svizzera,
torna in provincia di Caltanissetta. Importante
annuncio per Mozia: fra 9 mesi dovrebbe
poter fare a meno del gruppo elettrogeno

Due eventi importanti e un annuncio per i beni culturali della Sicilia. Stasera è tornata a Lampedusa, per essere definitivamente collocata nel museo delle isole Pelagie, una statua acefala di Atena che era stata rinvenuta nell'isola Lampedusa nell'800 e poi venduta nel 1963. Nuovamente acquisita dalla Regione siciliana nel 1988, era rimasta conservata nei depositi della soprintendenza di Agrigento. Dopo un necessario lavoro di ripulitura, a cura del Laboratorio di Restauro del Polo didattico di Agrigento dell'Università di Palermo, la statua greca oggi ritorna a Lampedusa. E per l'occasione il museo di Piazza Castello è stato aperto alle 20.
Sempre ieri è tornato a casa il Cratere Laconico. Il prezioso reperto (datato tra la fine del VII e l'inizio del VI secolo avanti Cristo) è stato consegnato alla città di Gela (in provincia di Caltanissetta) dall'assessore regionale Gaetano Armao, nel corso di una cerimonia tenutasi in mattinata nel locale museo archeologico, dove il vaso greco è già esposto.
Il cratere, realizzato in ceramica (47 centimetri di altezza per 41 di diametro) è stato attribuito dall'archeologo Conrad Stibbe al cosidetto «Pittore della caccia» (Laconian black glazed pottery). L'opera d'arte greca, rarissima e di assoluto valore artistico ritrae lungo la tazza figure di animali, teste di gorgone sulle colonnette e teorie di danzatori sul bordo.
Il cratere, sequestrato in Svizzera nel corso dell'operazione «Andromeda», era stata riconosciuta dai carabinieri del comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, su segnalazione di Giuseppe Bruggioni, un cultore autodidatta, con il contributo del presidente dell'archeoclub di Gela, Nuccio Mulè. L'opera, dopo il recupero, è stata esposta a Roma insieme ad altri reperti archeologici, all'interno del Colosseo, quindi restituita all'assessorato regionale dei Beni culturali dal ministero ed è stata esposta al museo Salinas con altre opere recuperate dalle forze dell'ordine, nel contesto della recentissima manifestazione «Notti preziose».
E ieri l'assessore Armao ha anche annunciato che entro nove mesi Mozia, il sito fenicio-punico più importante del mondo, disporrà di energia elettrica proveniente dalla terraferma, grazie a un cavo sottomarino di un chilometro e mezzo. L'isola dello Stagnone di Marsala, infatti, è tuttora servita da un gruppo elettrogeno.

Il primo progetto di elettrificazione diretta dell'isola risale a trent'anni fa.

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