«Architettura e politica»: Jean Prouvè

La facoltà di Architettura e il Politecnico di Milano ricordano Jean Prouvè, sindaco e designer, con un ciclo di conferenze a lui intitolato con gli interventi dei maggiori architetti e storici del disegno industriale. L’iniziativa, già partita sabato scorso alla quale è intervenuto Massimiliano Fuksas e la figlia Catherine Prouvè per parlare del tema del «Dettaglio non dettaglio», è proseguita con una serie di appuntamenti dedicati al rapporto tra architettura e politica. L’occasione è la mostra a Palazzo Te di Mantova sull’autore nato a Parigi nel 1901. Fu nel 1923 che aprì il primo atelier dove progettò sedie, tavoli, mobili in generale e progetti di architettura che passarono alla storia, oggi al Vitra Museum. A documentare il lavoro dell’artista che nel «Trentennale del Centre Pompidou» da presidente della giuria decise di affidare la costruzione del Beaubourg a Renzo Piano e Nathan Roger un catalogo di Skira dal titolo «La poetica dell’Oggetto Tecnico» (pag. 385 Euro 60). La mostra a Mantova durerà fino al 22 aprile, mentre gli incontri milanesi si protrarranno oltre. Finita la Seconda guerra mondiale Prouvè divenne sindaco di Nancy concentrandosi nella creazione di alloggi prefabbricati per il popolo, prodotti nuovi industrialmente all’avanguardia.

Tra gli interventi milanesi nell’aula Rogers di via Ampère 2, oggi alle 11,30 sul padre della progettazione dell’oggetto tecnico, quelli di Arturo Dell’Acqua Bellavitis, Jan Kaplicky, Angelo Mangiarotti, Cristina Morozzi e Italo Rota. La Regione, il Comune di Milano e la Cariplo hanno sostenuto il progetto.

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