Cultura e Spettacoli

Arlecchino da 50 anni, Soleri nel Guinness

Dal 1960 l'attore toscano ha interpretato 2.064 volte la maschera della commedia dell'arte a più conosciuta al mondo. "A quel personaggio
arrivai per puro caso. Che emozione a Londra, quando Laurence Olivier mi fece i complimenti dopo avermi visto sulla scena"

Arlecchino da 50 anni, 
Soleri nel Guinness

L'ingresso nel Guinness dei Primati per quell'Arlecchino portato in scena ininterrottamente da 50 anni lo rende «veramente molto felice» anche se, sotto sotto, un riconoscimento di questo genere - dopo 2.064 repliche da protagonista - Ferruccio Soleri, 81 anni, se lo aspettava.
«Sono veramente molto felice - spiega l'attore toscano -. Quasi me lo aspettavo», questo premio. «Speravo me lo riconoscessero: 50 anni anni a portare in scena lo stesso personaggio non è una cosa da poco».
Una maschera - la più celebre della Commedia dell'Arte, poi divenuta parte integrante della vita dell'attore -, finita quasi per caso sul volto di Soleri. «Io non l'ho scelta - osserva -. Un giorno in accademia il mio maestro, Orazio Costa mi dice: "tu sei un Arlecchino". Io replico osservando che sono toscano e che con Venezia non c'entro nulla». Ad ogni modo, prosegue, «inizio a prepararmi e a fare ricerche da solo, sui testi, mentre per il veneziano mi aiutano Gastone Moschin e Lucia Catullo». Poi arrivano il placet di Marcello Moretti e il debutto, come suo sostituto a New York, il 28 febbraio del 1960.
Tra le tante serate sul palcoscenico, precisa ancora Soleri, quella del «debutto è stata indimenticabile, ma c'è ne è un'altra, indimenticabile, a Londra nel 1967. Quella sera - ricorda - tra gli spettatori c'è Laurence Olivier. Alla fine dello spettacolo mi abbraccia e mi dice: "come avrei voluto essere al suo posto lì sul palco". E io - replico - avrei voluto essere lei. È stato un attore bravissimo che ammiravo molto».
Felice per il riconoscimento, Soleri coglie l'occasione per tracciare un quadro della figura di Arlecchino nel mondo contemporaneo. «Arlecchino, oggi, non è attuale - argomenta -, oggi non potrebbe vivere. Lui ottiene tutto da solo, con la sua intelligenza, mentre ora senza spinte non si ottiene nulla. Forse è per questo, per la sua ingenuità - chiosa Soleri - che ancora incanta».
L'ingresso nel Guinness dei Primati non è che l'ultimo riconoscimento di una parabola artistica - quella di Soleri - iniziata nel 1957 al Piccolo Teatro di Milano, recitando ne «La favola del figlio cambiato» di Luigi Pirandello.


Attore completo, regista teatrale e di opere liriche e insignito di numerosi premi - tra cui il Leone d'oro alla carriera alla Biennale Internazionale di Venezia 2006 - Soleri, nominato ambasciatore Unicef nel 2007, ha insegnato in diverse scuole teatrali e ricopre il ruolo di responsabile del progetto e della direzione artistica dell'accademia internazionale della Commedia dell'Arte realizzata dal Piccolo Teatro di Milano.

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