L«imputato» non ci sta. Molti puntano il dito contro il bar Moretti perché è mal frequentato. Ma Giancarlo Sgrazzuti, il titolare, respinge le accuse.
«Non vorrei neppure parlare di queste cose, di fronte a un fatto grave come quello appena accaduto non posso pensare che sia nata questa polemica».
Però più di uno dice che la sua clientela non è tra le più selezionate, ci sarebbero molti delinquenti tra gli avventori.
«Dicano quello che vogliono. I miei clienti sono soprattutto studenti, universitari. Purtroppo in questa zona ci sono incursioni improvvise di gente poco raccomandabile, ma questo è un altro discorso. Non capisco come il Comune potrebbe sempre rinnovarmi la licenza se queste accuse fossero vere».
Fatti di sangue in zona se ne verificano spesso.
«Intanto quando è stata uccisa questa giovane donna eravamo chiusi, fossimo stati aperti magari non sarebbe successo. Dentro il locale non succede mai nulla, vorrà dire che siamo molti fortunati. Una volta è accaduto che una donna venisse aggredita in strada, una donna di quelle che si lamentano spesso. Ma è stata soccorsa proprio da uno dei miei clienti, che ha impedito che la rapina degenerasse».
Servendo però alcolici e magari bottiglie in vetro a tarda ora...
«Ripeto che eravamo chiusi quando cè stato lomicidio. E poi la storia del vetro è una farsa. Noi non possiamo servire bottiglie e dare bicchieri di carta, poi qui vicino, proprio a pochi metri dal luogo del delitto, cè una campana per la raccolta del vetro. Chiunque si può servire liberamente se deve procurarsi unarma».
La polizia gira spesso qui?
«Il nostro locale è conosciuto dal commissariato Centro, vengono spesso a controllare, anche questo dovrebbe confermare che noi siamo a posto. Tra laltro la polizia ieri mattina mi ha chiesto di identificare la ragazza uccisa. Non la conoscevo, non era una mia cliente.
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