Arpe: «Quota Parmalat in vendita»

L’ad di Capitalia: «Solidi i rapporti con Abn, che resta nel patto fino alla scadenza»

da Milano

Nessuna rottura con gli olandesi di Abn Amro nel patto di sindacato di Capitalia: «Abn ha confermato di non cedere la sua partecipazione, almeno fino all’ottobre del 2006», data di scadenza dell’accordo tra i grandi soci della banca. Lo ha detto ieri l’amministratore delegato Matteo Arpe, collegato da Londra (dove ha presentato la terza trimestrale del gruppo) in una video-conferenza stampa con Milano. Con Abn è stato considerato che non ci fossero le condizioni per un’operazione con Antonveneta. Ma i rapporti sono rimasti buoni. Tuttavia non esiste neanche alcuna ipotesi alternativa: sul profilo di eventuali nuovi futuri grandi soci Arpe non ha voluto dare alcuna anticipazione.
Dopo aver confermato la soddisfazione per i risultati del trimestre, con l’utile netto decuplicato a 633 milioni (che diventano 750 nel pro-forma dopo la fusione con Fineco e Mcc), Arpe ha confermato che Capitalia insisterà nella crescita cosiddetta «organica», puntando a completare il piano di incremento di nuovi sportelli, senza ansia di acquisizioni esterne. Ma senza pensare a quelli di Bpi: «Non ci sono ipotesi in merito né discussioni», ha detto Arpe.
Chiara la presa di posizione su un’altra questione «collegata»: la partecipazione del 5% in Parmalat. Sulla quale Arpe ha spiegato la posizione di Capitalia: «Siamo andati all’assemblea per permettere il raggiungimento del quorum, non potevamo votare per conflitto d’interesse, quindi siamo usciti al momento del voto per permettere l’elezione della lista di Bondi. Ora abbiamo iscritto la partecipazione tra quelle disponibili alla vendita. Una definizione che ben riflette la nostra politica».

Una battuta, infine, su Ricucci: «Noi non scegliamo i nostri azionisti, ma i clienti sì. E Ricucci non è nostro cliente». Mentre su Rcs l’ad del gruppo ha detto che la politica di Capitalia è quella di perseguire la stabilità delle società partecipate.

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