Arresto cardiaco dopo una colluttazione con gli agenti di polizia

Arresto cardiaco dopo una colluttazione con gli agenti di polizia

Si chiama Daniele Langella il 41enne milanese morto per arresto cardiocircolatorio poco dopo le 2 dell’altra notte a Baggio, al termine di una colluttazione con alcuni poliziotti che aveva aggredito e che cercavano di farlo calmare dopo avergli messo le manette. La sua non è una vicenda indecifrabile, in fondo. «Era un tossicodipendente, alcolista e con problemi psichici talmente seri da averlo costretto a ottobre a farsi ricoverare a Villa Turro» spiega la polizia. Tuttavia la questura ieri ha preferito mettere le mani in avanti, probabilmente per evitare il clamore e le polemiche di un possibile caso Michele Ferrulli bis, il 51enne morto il 30 giugno scorso in via Varsavia proprio durante un controllo degli agenti in divisa. Una vicenda che obbligò i 4 poliziotti intervenuti sul posto a cercarsi un avvocato. Così ci ha pensato il dirigente della squadra mobile in persona a chiarire la dinamica dei fatti, rispondendo ai come e ai perché sui quali non possono esistere fraintendimenti o dubbi e lasciando solo qualche spiraglio per il cosiddetto «giallo».
Alessandro Giuliano ha spiegato che alle 2.15 Langella - a torso nudo e con addosso solo un paio di pantaloni - ha perso totalmente il controllo e ha cominciato a dare in escandescenze sul pianerottolo del secondo piano di uno stabile in via Mosca 9. Al 113 hanno cominciato ad arrivare segnalazioni dai residenti del palazzo e anche lo stesso Langella ha telefonato al centralino della polizia, proferendo una serie di frasi sconnesse del tipo «toglietemelo dalla testa». L’uomo, in quel momento, non era a casa sua (abitava con la madre in zona Bonola) ma nell’appartamento del cugino che, più tardi, confesserà alla polizia che il 41enne aveva assunto poco prima cocaina, sostanza di cui è stata trovata traccia anche su una banconota arrotolata.
Sul posto arriva la polizia. Langella inizia a insultare gli agenti spintonandone pesantemente uno e poi entra in casa e, da un cassetto della cucina, prende un coltello con una lama di 30 centimetri. Tra urla e minacce, con la lama l’uomo si taglia ciocche di capelli e il petto. A questo punto gli agenti cercano d’immobilizzarlo a terra e gli mettono le manette, per poi toglierle quando Langella si sente male e non respira più. Durante il tragitto in ambulanza verso l’ospedale, il medico cercato di rianimare il 41enne che però muore prima di arrivare al San Carlo.


Un racconto dal quale non sembrano emergere contraddizioni. «Su tutta la vicenda, però, sono in corso accertamenti, anche sulla base delle testimonianze dei condomini di via Mosca che stiamo sentendo in queste ore» ha concluso Giuliano.

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