Si chiama «Futuro Fertile» la ricetta anticrisi di Confagricoltura, che piace al governo, alle banche e alla grande distribuzione. Sarà una sorta di centrale di acquisto e distributiva per il settore, con lobiettivo di aggregare aziende e attivare in due anni un giro daffari di 500 milioni di euro.
«Conad ha dimostrato interesse alliniziativa - dice il presidente Federico Vecchioni, durante il Forum dellorganizzazione agricola a Taormina - e lo stesso ha fatto Federdistribuzione». E da Federalimentare, lassociazione delle industrie dellalimentazione di Confindustria, arriva una vera e propria dichiarazione di intenti a favore dell«agribusiness»: «Siamo disponibili a diventare partner nel progetto di Confagricoltura sulla centrale unica di acquisto e commercializzazione», ha detto il direttore generale Daniele Rossi. Anche per il presidente di Fiat, Luca Cordero di Montezemolo, il successo del piano darà benefici a tutta leconomia. Attenzione e disponibilità al progetto sono arrivate anche da alcuni banchieri, presenti e non, consapevoli che il settore primario tiene più di altri rispetto alla crisi. Una posizione condivisa dallad di Intesa SanPaolo Corrado Passera, dal presidente del Consiglio di sorveglianza del Banco Popolare, Carlo Fratta Pasini e dal presidente della Banca popolare di Vicenza, Gianni Zonin. Anche il governo, per bocca del viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso, dà il suo placet al progetto con «un impegno fattivo e concreto per promuovere allestero i prodotti della società di commercializzazione».
Dal Forum di Taormina arriva anche unapertura verso gli Ogm, che vede persino la Chiesa prendere posizione a favore dei prodotti transgenici con larcivescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi: «Basta con le scomuniche. La tecnica è al servizio delluomo», dice. Ed è proprio Urso il primo a dirsi daccordo: «LItalia - sostiene - è un Paese bloccato da tabù, invece occorre innovare e guardare alla tecnica e alla scienza come risorse».
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