Simone Torello**
In questi giorni è in corso a Genova una mostra davvero interessante organizzata dalla Fondazione Gramsci e con il patrocinio di Comune Provincia e Regione. Si tratta della rassegna storico-politica «Avanti Popolo: il Pci nella storia d'Italia».
All'inaugurazione era presente anche il sindaco, donna che di quella tradizione politica ha fatto parte.
L'impostazione datane dai curatori non poteva che suscitare polemiche, il Giornale da subito ha tentato di affrontare il problema delle tante pagine oscure che sono presenti nella storia del più grande partito comunista d'occidente, ma l'ex assessore alla cultura (ed attuale assessore ombra..) Luca Borzani ha subito stoppato ogni eventuale critica.
La storia del comunismo in Italia è solo luminosa? Non può pertanto essere soggetta a critiche?
Secondo gli autorevoli esponenti del Partito Democratico, già militanti nelle file del Pci, parrebbe di no. Noi però non la pensiamo così.
È tanti anni che come giovani di destra battagliamo affinché i libri di testo siano giusti e non faziosi, un'occasione così ghiotta nella nostra città non potevamo perdercela.
Abbiamo quindi deciso come Giovane Italia, insieme agli amici dell'Associazione culturale «150 anni di gioventù», di completare la mostra in atto, di portare alla luce alcuni esempi concreti e reali riguardanti la storia del Partito Comunista Italiano che stranamente non erano affrontati e compresi all'interno dell'interessante rassegna di palazzo Ducale.
Il frutto di questa ricerca sarà reso pubblico oggi pomeriggio in piazza De Ferrari presso il monumento di Garibaldi (dalle ore 15 alle 19) con una rassegna fotografica, che non pretende di essere completa, ma che vorrebbe fare partire un dibattito storiografico serio. La mostra in piazza ha come titolo «Completa Mostra, la Vera storia del Pci in Italia». Un appuntamento al quale parteciperanno il coordinatore metropolitano genovese del Pdl e il suo vice, Giorgio Bornacin e Roberto Cassinelli.
Abbiamo posto al centro della nostra attenzione diversi momenti storici e diversi aspetti del Novecento italiano, dell'attività e del pensiero del fu Partito Comunista. Partiamo con esempi semplici ma chiari inerenti il rapporto infame tra il segretario storico del Pci Palmiro Togliatti «il Migliore» ed uno dei peggiori tiranni della storia il «buon» Stalin. Passiamo poi ad analizzare il periodo drammatico della guerra e dell'immediato dopoguerra ponendo l'accento in primis su delittuosi crimini commessi nella nostra Liguria, poi allargando l'orizzonte a tutto il Nord Italia ed in particolare all'efferatezze compiute nella rossa Emilia e concludendo con la vergognosa condotta del Pci al Confine Orientale.
Non poteva poi mancare uno sguardo al sostegno che il Partito Comunista dava pedissequamente alle politiche di Mosca. Ancora oggi nessuna scusa sentita e reale vi è stata dai vertici dell'ex Pci al popolo ungherese che solo perché lottava per la sua libertà è stato schiacciato dai carri sovietici con l'entusiastico appoggio dei nostri cari compagni. Ma ancor più divertente, si fa per dire, è leggere come il Pci giustificava ed approvava la costruzione del Muro di Berlino, che è stata forse la più grande «prigione» della storia dell'umanità.
Infine non potevamo tralasciare gli anni settanta, da alcuni definiti straordinari, per noi luttuosi e drammatici. Anche allora il Partito Comunista era sempre allusivo e poco chiaro, esemplificativo di ciò è la drammatica storia genovese di Ugo Venturini, ucciso nel 70, dimenticato dalla sua città fino ad oggi, e già da subito ascritto dall'Unità a quelle morti frutto di trame e complotti anticomunisti, e non, invece, ucciso dalla violenza politica da loro scatenata.
Noi speriamo che, ad oltre venti anni dalla caduta del Muro di Berlino e dal successivo scioglimento del Pci, si possa finalmente affrontare con spirito critico la storia del principale partito della sinistra italiana.
Auspichiamo che gli intellettuali ed i politici che di quella storia hanno fatto parte possano finalmente fare un minimo di autocritica ed aprire una discissione storiografica seria, abbiamo deciso di mettere il materiale raccolto a completa disposizione degli organizzatori della mostra «Avanti Popolo».
Siamo sicuri di trovare uomini intellettualmente onesti, e non beceri eredi di un'ideologia sconfitta dalla storia; Uomini e donne più adatti a contribuire a comporre l'attuale classe dirigente dell'Italia democratica piuttosto che ad essere simili ai funzionari degli ex partiti dell'Europa Orientale.
* Presid. «Giovane Italia»
** Presidente Associazione
«150 Anni di Gioventù»
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