Arte digitale e misteri dello spazio, a Palazzo Citterio atterra "Parallax"

L'opera di Abosch ispirata all'Osservatorio nel grande ledwall. I dodici busti di Canova e in giardino apre l'elegante bistrot

Arte digitale e misteri dello spazio, a Palazzo Citterio atterra "Parallax"
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A Brera ci sono lavori in corso a tutte le stagioni. Se la Pinacoteca si è rifatta da poco il look dell'ingresso, Palazzo Citterio sta trovando una sua forma. Cominciamo dalla prima: la Sala 1 accoglie ora «La bellezza e l'ideale», una rassegna dedicata ad Antonio Canova che segna un vero ritorno alla radice neoclassica dell'istituzione. Protagonisti i dodici busti in gesso provenienti dalla collezione di Banca Ifis, recentemente restaurati e concessi in prestito a lungo termine. Al centro dell'allestimento, la splendida «Vestale», marmo scolpito dalla mano del Canova tra il 1818 e il 1819, tornata dalla Gam di via Palestro a Brera dopo oltre un secolo. Sarà sempre più punteggiato di statue il percorso della Pinacoteca, in un felice connubio tra pittura e scultura come già s'intravede dai nuovi allestimenti: lo osserviamo nella sala finale dove spicca il «Bacio» di Hayez, i cui lavori saranno completati a settembre.

Pochi passi appena ed ecco Palazzo Citterio, il polo della Grande Brera dedicato al moderno e al contemporaneo: la novità è l'elegante bistrot appena aperto nel giardino, uno spazio che promette di diventare il nuovo place to be del centro. Novità anche negli spazi della biglietteria: nel grande ledwall dedicato all'arte digitale da oggi scorre l'opera «Parallax» dell'irlandese Kevin Abosch (fino al 14 settembre, progetto a cura di Clelia Patella). Ispirato all'adiacente Osservatorio Astronomico di Brera, il lavoro esplora il concetto di distanza e di punto di vista: ciò che vediamo, suggerisce Abosch, cambia in base alla posizione e alle reazioni dell'osservatore. Forme fluide e strutture ibride si muovono lentamente nello spazio digitale, evocando i resti di un'archeologia futura: l'esperienza è a tratti perturbante, come spesso accade con l'arte digitale. «Cambierò il progetto ogni due settimane: mi piace osservare le reazioni davanti a un lavoro che muta forma di continuo. La mia ricerca si basa su quelle sottili tensioni che emergono tra intelligente umane e artificiali», ha detto l'artista durante la presentazione del progetto nato in collaborazione con il Museo Nazionale dell'Arte Digitale che nascerà a Porta Venezia, negli spazi del Casello daziario di destra e in quelli sotterranei dell'Albergo Diurno (dove stanno per iniziare i lavori di riqualificazione previsti dal Mic per i quali serviranno almeno due anni. «Questo di Kevin Abosch è un progetto di arte digitale in linea con le ricerche di arte cinetica e programmatica che a Milano hanno avuto il loro fulcro», spiega il direttore di Brera Angelo Crespi.

Non è tutto: Palazzo Citterio presenta anche un'altra mostra di arte contemporanea. È in sala Stirling che nelle intenzioni del direttore Crespi è il luogo perfetto per ospitare monografiche di artisti viventi e consolidati. Chiara Dynys, mantovana di nascita e milanese d'adozione, ha confezionato per l'occasione «Once Again», monumentale installazione che ricorda le onde del mare.

Ad accoglierci c'è «Blue Gate», una porta di vetro cangiante che funge da soglia simbolica e sensoriale mentre in alto, nella sala, una luce circolare trasforma la colonna centrale in un faro, punto di riferimento e disorientamento al tempo stesso. Per Crespi, la mostra segna un ulteriore tassello nella strategia di Brera di tornare a essere un motore per l'arte contemporanea.

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