
Ha la bocca spalancata, ma non c'è da spaventarsi nonostante sia molto pericoloso per l'uomo. In questo caso la preoccupazione è solo per le sue sorti, perché è un animale a rischio di estinzione. Arriva l'ippopotamo di cartapesta, scultura monumentale di Jacopo Allegrucci, collocata all'ingresso della Triennale, dove sarà visibile fino al 9 novembre, ultimo giorno di apertura dell'Esposizione internazionale «Inequalities», dedicata alle diseguaglianze in tutte le loro declinazioni e così anche nel mondo animale.
La scultura dell'artista toscano (che si è laureato all'Accademia di Belle Arti di Carrara con una tesi sul Carnevale di Viareggio) rende con immediatezza e passione la «diseguaglianza» di cui sono vittime gli animali scelti: non a caso l'insieme dell'opera si intitola «La fragilità del futuro». La serie è composta da quattro animali in cartapesta, l'ippopotamo è la quarta e ultima opera a essere presentata dopo l'elefante della Namibia, la balenottera azzurra, e la giraffa di Rothschield.
La giraffa è ora con l'elefante nel Giardino della Triennale, dove alla fine dell'Esposizione si ritroveranno tutti gli animali, a esclusione della balenottera azzurra, distrutta nel luglio scorso da un atto vandalico.La serie, realizzata da Allegrucci appositamente per «Inequalities», è in cartapesta proprio perché si tratta di un materiale fragile e facilmente deperibile, soprattutto se esposto alle intemperie.