Patrizia Grigolini e il suo luogo delle meraviglie

Grigolini approda a Milano con l'autorevolezza di chi ha attraversato decenni di estetica, seguendo sempre un'intuizione personale, colta e mai scontata

Patrizia Grigolini e il suo luogo delle meraviglie
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Nelle eleganti stanze di Palazzo Bagatti Valsecchi, scrigno neorinascimentale nel cuore di via Gesù, a Milano, ha aperto le sue porte la nuova galleria d'arte di Patrizia Grigolini (nella foto), raffinata collezionista e figura di spicco del panorama culturale italiano.

Un'inaugurazione che non è passata inosservata, non solo per il prestigio del luogo la stessa dimora milanese dove visse la grande Mina ma soprattutto per la visione che anima questo nuovo spazio: un'autentica Wunderkammer del presente, dove si incontrano e dialogano epoche, linguaggi e sensibilità.

Un ritratto, in sintesi: dopo oltre trentacinque anni di esperienza con la sua galleria Forte Arte a Forte dei Marmi, Grigolini approda a Milano con l'autorevolezza di chi ha attraversato decenni di estetica, seguendo sempre un'intuizione personale, colta e mai scontata. Il suo è un gusto che si può definire trasversale, ovvero capace di accostare con naturalezza un'antica scultura devozionale del Seicento a un'opera concettuale di arte contemporanea, un paravento giapponese a una fotografia visionaria, un disegno antico a un oggetto di design. E ancora.

Lo spazio espositivo non è una galleria nel senso tradizionale del termine, ma piuttosto un luogo della meraviglia, dove ogni pezzo è selezionato non per appartenenza a un'epoca oppure a un nome, ma per la sua capacità di evocare emozione, memoria, risonanza. «Cerco bellezza, non moda», ha dichiarato Grigolini durante il vernissage, circondata da un pubblico che univa collezionisti milanesi, curatori internazionali e appassionati d'arte dal gusto eclettico.

La galleria si sviluppa come un percorso quasi narrativo: in ogni stanza, un microcosmo. Qui, l'antico non è nostalgia, ma materia viva che dialoga con le tensioni del presente. E il contemporaneo non è provocazione, ma stratificazione, eco, continuità.

In un panorama milanese spesso diviso tra gallerie ultracontemporanee e antiquariato classico, Patrizia Grigolini porta una visione

personale e coraggiosa, fatta di contaminazioni e libertà di pensiero. Non insegue le tendenze, ma le supera, proponendo un'idea di collezionismo che è innanzitutto un atto di amore per l'arte come linguaggio universale.

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