Ritratto d’artista, il successo di Forlì

La straordinaria mostra che sta per concludersi ai musei di San Domenico testimonia la grande visione di un programma che una volta all’anno sfodera l’eccellenza nell’arte antica, moderna e contemporanea

Ritratto d’artista, il successo di Forlì
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Sta per concludersi, ai Musei di San Domenico di Forlì, una delle mostre più dense, colte e spettacolari dell’anno: “Il Ritratto dell’Artista”, esposizione che va ben oltre il semplice tema dell’autoritratto, per trasformarsi in un viaggio attraverso la storia dell’arte e della coscienza individuale, mettendo in scena oltre centocinquanta capolavori da musei e collezioni di tutto il mondo. Curata con rara intelligenza e profondità critica, la mostra indaga l’identità dell’artista attraverso i secoli, mettendo in luce come lo sguardo rivolto verso se stessi — in pittura, scultura, fotografia — sia diventato, di epoca in epoca, specchio di uno statuto sociale, riflessione intima, provocazione estetica.Il cuore pulsante della mostra è una riflessione sul mito di Narciso, figura archetipica che attraversa tutto il racconto. L’artista, come Narciso, si osserva per conoscersi, si ritrae per esistere, per lasciare un’impronta. Il ritratto – e in particolare l’autoritratto – non è semplice vanità: è identità che si costruisce attraverso il gesto creativo. In ogni epoca, gli artisti si sono confrontati con il proprio riflesso, non solo per rappresentarsi, ma per affermare la centralità dell’io nella pratica artistica. L’allestimento propone un susseguirsi impressionante di opere iconiche. Si parte dai grandi maestri del Rinascimento, come il raffinato autoritratto di Raffaello e il celebre “Autoritratto con gli amici” di Vasari, dove l’artista si presenta come intellettuale umanista. Spiccano le straordinarie prove barocche di Gian Lorenzo Bernini, che si ritrae con l’energia teatrale del suo stile, e le intense visioni di Rembrandt, maestro nel raccontare se stesso con una sincerità drammatica e quasi cinematografica. Il percorso prosegue nel XIX secolo con il magnetico Courbet che si rappresenta come artista e ribelle, e un Van Gogh tormentato, con lo sguardo che brucia sulla tela. Il Novecento si apre con il rigore di Modigliani, la psicanalisi pittorica di Schiele, e i giochi identitari di Cindy Sherman, che smaschera l’idea stessa di identità fissa. In mostra anche il geniale autoritratto fotografico di Man Ray, le riflessioni esistenziali di Francis Bacon, fino ad arrivare alle visioni pop di Andy Warhol, che trasforma il volto in icona e maschera, moltiplicandolo in una serie di ritratti icona. Il Ritratto dell’Artista” è una mostra di livello internazionale, per la qualità delle opere, la cura scientifica e l’intuizione tematica. I curatori non si limitano a esporre capolavori, ma raccontano un’idea, costruendo un percorso che è allo stesso tempo cronologico, simbolico e concettuale.

Per Forlì si tratta di un ulteriore successo nel solco delle grandi esposizioni degli ultimi anni, che hanno saputo attirare un pubblico ampio e colto, offrendo esperienze museali di alto profilo. E per il visitatore, è un’opportunità unica per vedere riuniti volti celebri e sconosciuti, identità fragili o monumentali, che hanno costruito l’immaginario dell’arte occidentale.

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