Assalti e violenze in manette la banda delle ville

Arrestati nove albanesi accusati di rapine in tutto il Nord. Tra le «vittime» anche un noto manager, facevano base a Corsico

Ci sarebbe anche l’amministratore delegato della Sammontana tra le vittime della banda di nove albanesi, specializzati in rapine in villa, arrestati l’altra notte dalla polizia in una vasta operazione partita dalla mobile di Milano che ha poi via via coinvolto gli uffici investigativi delle questure di quasi tutto il nord Italia. Ai banditi, definiti veri e propri predoni, vengono contestati formalmente sei assalti, ma sono sospettati di almeno una trentina di colpi principalmente in Veneto, Lombardia e Toscana.
L’inchiesta è una costola delle indagini sviluppate dalla mobile milanese insieme alla Guardia di Finanza e che aveva portato in carcere tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005 una trentina di albanesi, ritenuti responsabili di decine di assalti in villa. Tenendo sotto controllo i fiancheggiatori dell’organizzazione, gli investigatori si sono accorti che la batteria si era ricostituita e aveva ripreso le sue attività predatorie. «Ma questa volta si erano fatti ancora più furbi» spiega Vittorio Rizzi capo della mobile. Vivendo in tre province, cinque nel Milanese, tre nel Fiorentino e uno nel Trevigiano, i «predoni» si scambiavano le zone da colpire in modo da non essere riconosciuti. Avendo capito che l’uso dei cellulari poteva essere pericoloso, evitavano con cura di trasmettersi informazioni con il telefonino. Infine i sopralluoghi, accurati per non lasciare nulla al caso.
In questo modo dal novembre 2005 avrebbero effettuato almeno una trentina di assalti, spesso anche due o tre nella stessa notte. E anche dopo che gli investigatori avevano individuato il loro luogo di incontro, uno spiazzo appartato a Corsico, rimaneva estremamente difficoltoso riuscire a stare loro dietro. I banditi si spostavano a bordo di potenti vetture, dimostrandosi provetti autisti.
Per il resto il copione era sempre uguale: l’irruzione nella casa isolata, i famigliari presi in ostaggio, botte e minacce per far aprire le casseforti o indicare i nascondigli dei valori. Così il 20 febbraio avrebbero colpito a Cuggiono, arraffando 150mila euro in gioielli, il 4 marzo due ville adiacenti a Pietrasanta in provincia di Lucca, l’8 a Quinto di Treviso e a Vigodarzere in provincia di Padova, e il 9 a Dorzano, nel Biellese. Tra i colpi più grossi l’assalto nella villa di Marco Bagnoli, a.d. della Sammontana, vicino a Empoli, che avrebbe fruttato un ingente bottino.
Ancora una volta la banda era formata su basi famigliari: tra gli arrestati infatti ci sono due Paci, Nest di 30 anni e Edmond di 26, e tre Prenga, Lad e Eduart di 27 anni e Astriti di 19, più altri quattro tutti sotto i 30 anni.

Gente pronta a tutto, armata e decisa a sparare alla prima occasione. Anche se per fortuna l’unica loro vittima accertata è stata finora un cane da guardia, ferito a un zampa mentre cercava di impedire l’intrusione dei balordi.

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