Forse la pena più crudele che le si può infliggere è un ergastolo al suo televisore. La signora Laura, mantide impiastra, caricatura tragicomica, non può che essersi costruita lì, davanti a lunghi anni di telefilm polizieschi, questa sua sgangherata e patetica cultura criminale. Su un terreno umano già fertile, fiction nazionali e d'importazione devono aver attecchito nel modo più fecondo, fino al risultato grottesco di questo delitto perfetto. Perfetto per chi indaga.
Ma guardiamola all'opera, questa moglie diabolica e calcolatrice, che cura ogni minimo dettaglio e non lascia niente al caso.
Dovendo intascare l'eredità dell'odiato marito, prepara tutto a tavolino, partendo da lontano. Prima finge di comprare una casa all'amichetto Ivan, versandogli 100mila euro: sono la prima metà dei 200mila promessi per l'omicidio, ma nella sua immaginazione saranno l'alibi di ferro, per spiegare a posteriori il versamento. Geniale.
Il seguito ha una trama terribilmente folkloristica, se non fosse che comunque si sta parlando di una spietata esecuzione, di una vita spenta, di un uomo ammazzato nel suo letto: questo, in mezzo a tanta farsa, sarà bene non dimenticarlo mai. Lo squadrone della morte entra in azione nottetempo: l'amico Ivan arriva in villa con un affidabile killer, il pregiudicato Geremia, considerato evidentemente una garanzia, nel suo ramo. I due narcotizzano il povero signor Eliseo nel letto, utilizzando un solvente della cantina, che poi ovviamente lasciano sul posto, tanta è la loro sicurezza di lavorare fino. Quindi soffocano il poveraccio. A quel punto, il delitto è compiuto: si tratta soltanto di allestire la parte più artistica, questa messinscena sopraffina che nessun investigatore, nessun Ris, nessuna unità cinofila riuscirà mai a sbrogliare. Mentre la mantide fai-da-te gioca al computer, insensibile e gelida come si conviene agli assassini più scafati, gli altri due procurano nastro e corda. Originalissima, come soluzione. Pensa un po': legano la donna, quindi scappano portandosi via qualche gioiello. È una tremenda rapina, come no: sempre questi slavi a sconvolgere la quiete del sereno Nord-Est
Mai visto, almeno ultimamente, un delitto tanto feroce risolto in tempo tanto breve. Da quando la figlia Sally, nata in un precedente menage, si sveglia per le urla della mamma e corre a liberarla, a quando la stessa mamma finisce in galera, passano giusto poche ore.
Gli investigatori, che si rivelano molto meno babbei di quanto lei supponesse, notano subito tutte le abissali bischerate del delitto perfetto. Soprattutto, notano che il racconto della povera vedova affranta e choccata non sta in piedi neanche con le stampelle. Tutto così approssimativo, tutto così platealmente inverosimile. Nemmeno nei film degli sceneggiatori più scoppiati
È tremenda, in questa storia, la lucida e inflessibile sciatteria della mandante. Di mogli e di mariti che si fanno prendere dai nervi e improvvisamente diventano violenti, fino alle estreme conseguenze, la cronaca è purtroppo piena. Ma poi, a raptus rientrato, solitamente l'assassino dilettante va di persona dai carabinieri, o chiama per telefono qualche parente. Non ci prova nemmeno ad inventarsi qualcosa. Questo è tutto un altro caso: siamo nel campo della premeditazione, la moglie sanguinaria ci ponza sopra e partorisce il sofisticato piano. Adesso che tutta la sporca impresa è chiarita, permane un dubbio irrisolvibile: ma come pensava di uscirne bene? Ma quale carico di ingenua arroganza l'ha spinta fino alla soluzione più atroce? Evidentemente il suo cervello tarlato ha sbarellato i calcoli, portandola velocemente a credersi una signora del crimine. Lady dark. Tutto così facile, liscio, banale, in questi tempi vuoti e virtuali. Vita, morte, delitto, sangue, eternità: parole che non hanno più alcun peso specifico. Solo parole. Servono i soldi, che sarà mai eliminare un marito?
Quanto sia stupida e demenziale questa convinzione, quanto però efferati e disumani i suoi effetti, lo si capisce da lontano. Talmente cretino e sconclusionato, il delitto, da suscitare persino un sospetto: che ci abbia provato in qualche modo, senza tanti timori per le conseguenze. Anche la polizia, l'inchiesta, il processo: che sarà mai.
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