Politica

«Attaccata la Rai, più liberi di così...»

Meocci, direttore generale di viale Mazzini: il programma? Non è rock è lento. Del Noce: «Avevo ragione, questo è un programma politicamente orientato»

Laura Rio

da Brugherio (Milano)

Com'è il programma di Celentano? Non è rock, «è lento»... Giocando sul leit-motive della trasmissione, il direttore generale della Rai Alfredo Meocci, a mezzanotte e mezzo, al termine di Rockpolitik, non ha peli sulla lingua: «Io darei una accelerazione allo show in molte parti - commenta - anche se in generale mi è piaciuto». E allora cosa è rock? «La Rai che ha dimostrato che in azienda c'è libertà d'informazione consentendo a Celentano e a Santoro di dire quello che vogliono». E cosa non è rock? «L'attacco ripetuto fatto da Adriano al direttore di rete Del Noce». Il discorso di Santoro? «Com'era prevedibile nulla di clamoroso». Alla fine, dunque, dopo centinaia di righe scritte sui giornali e decine di politici infuriati, tutto si ricompone. Sorrisi, pacche sulle spalle e tutti a casa. Lo show del Molleggiato non ha creato un terremoto, sul campo non sono rimasti né morti né feriti. L'unico a esserci rimasto un po' male è il direttore di Raiuno Del Noce che commenta: «Non è uno show di intrattenimento ma un programma politico e politicamente orientato». Era arrivato a sorpresa a Brugherio, nel mega studio allestito vicino a Milano, lasciando sbigottiti i cronisti che non si aspettavano di vederlo. Assieme a Meocci, con un sorriso largo così, era entrato nei camerini del Molleggiato. Ma come: Del Noce non si era autosospeso? Non aveva detto che restava a casa a vedere il programma sul suo divano? «E, infatti così farò... Sono venuto solo per salutare Adriano, che è un mio amico». Ma non era infuriato perché lui non le voleva rivelare i contenuti dello show? «La mia posizione non cambia, io non sono responsabile di nulla di quello che succede in trasmissione né politicamente né legalmente». E allora adesso se ne va? «Sì, in albergo... forse». Poi una macchina lo porterà a casa sua, non a Roma, ma nel natio paese vicino a Cuneo. Prima, però, risponde a chi gli chiede delle dimissioni di Santoro dal Parlamento Ue pur di essere ospite di Celentano: «Se la dovrà vedere con i suoi elettori». E che pensa invece del rifiuto di Biagi e Luttazzi di accettare l'invito a Rockpolitik perché lei era «compromesso» con il loro allontanamento dalla Rai? «Non penso», taglia corto Del Noce.
Dopo questo show, però, il biglietto di ritorno in Rai regalato dal Molleggiato al giornalista dovrà essere timbrato... Che ne dice Meocci? «Che non si può precludere ad alcuno di lavorare in tv». Quindi lei sarebbe d'accordo sul suo rientro? «La Rai ha tanti problemi - sguscia via -, la qualità, le risorse e la tecnologia». E dunque? «Santoro non è un problema, tutto si può risolvere, con la dovuta calma».
Prima di andare a parlare di fratellanza e libertà con Celentano, Michele chi?, l'uomo che con una geniale operazione mediatica è riuscito a ricomparire in Tv, si aggira tra i corridoi. Stringe mani e ringrazia gli operai che gli dicono «ti rivogliamo presto in Tv». Per settimane ha smentito di essere stato invitato. Ora rivela: «Ci eravamo sentiti con Biagi e Luttazzi, volevano esserci tutti e tre. Poi loro hanno deciso di non venire, e io me la sono giocata da solo». Ma come si sente un giornalista cacciato dalla Rai per essere troppo di sinistra a ricevere le peggiori critiche dall'Unità? «È la cosa che più mi ha fatto male oggi... ma sono abituato a essere attaccato da destra e sinistra... mostra tutta la mia indipendenza». Come dice Del Noce, lei ne risponderà ai suoi elettori... «Infatti mi hanno chiamato a centinaia per esprimermi la loro solidarietà. E poi sono io a metterci la faccia...

Del resto che restavo a fare al parlamento europeo: a occuparmi di agricoltura?».

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