da Madrid
È stata una «talpa» dei servizi segreti francesi nella nebulosa europea di Al Qaida a consentire nei giorni scorsi alla polizia spagnola di sventare una probabile strage alla metropolitana di Barcellona e di smantellare una cellula islamica che progettava altri attentati in Spagna ed Europa: lo confermano le dichiarazioni rese dallinfiltrato, ora testimone superprotetto e citato come «F1», agli inquirenti spagnoli, riportate ieri dal quotidiano El Pais.
Lordine di attacco alla capitale catalana sarebbe venuto secondo le rivelazioni di «F1» dallemiro talebano del Waziristan, la zona montuosa del Pakistan al confine con lAfghanistan, Amir Baitullah Mehsud, legato a Al Qaida. Mehsud è stato accusato dal governo pachistano di essere il mandante anche dellomicidio il mese scorso dellex-premier Benazir Buttho.
Secondo il quotidiano catalano La Vanguardia la cellula di Barcellona aveva in programma in realtà tre attentati: uno, quello principale, avrebbe dovuto colpire due vagoni della linea tre del metro, gli altri un centro commerciale e una moschea moderata della città. I tre attentati erano programmati nellarco di due giorni. Stando a «F1», che avrebbe dovuto essere uno dei kamikaze, Barcellona non era il solo obiettivo dei jihadisti. Altri due attentati erano previsti in Spagna. Altri attacchi erano in programma in Francia, Portogallo, Germania e Gran Bretagna, se non fossero state accolte le richieste che avrebbe presentato dopo le prime stragi lemiro Mehsud.
«Perchè la metropolitana?», la talpa ha riferito di avere chiesto a un «collega» aspirante suicida. «Perchè i servizi di soccorso non potranno arrivare» la risposta del jihadista. Il capo della cellula era il pachistano Maroof Ahmed Mirza, professore di Corano alla moschea di Calle de Hospital, ora in carcere. Lui avrebbe dovuto dare lordine di attacco. La cellula disponeva di sei kamikaze. Avrebbero trasportato le bombe in zainetti. Ad attivarle, a distanza, avrebbero provveduto altri membri della cellula.
La «confessione» dellinfiltrato getta anche nuova luce sui rapporti umani fra i terroristi. Venerdì 18, il giorno prima dellarresto - forse alla vigilia anche degli attentati - «F1» ha detto di essere stato autorizzato a chiamare la moglie. «Ma come, è vietato, non posso». «Chiama!» avrebbe insistito il capo che dopo la telefonata avrebbe aggiunto: «Questa è stata la tua ultima conversazione con tua moglie». «Perchè non me lhai detto prima?». «Per evitare che ti commuovessi».
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