Un atto d’amore ma ora non servono le mezze misure

I ranocchi baciati e tramutati in principi non hanno mai risvegli normali. Vivono l'incubo dell'abbandono, sentono l'ammonimento di quel francese capace di ricordare che le passioni fanno pazzi gli uomini più abili, e abili i più sciocchi. La Milano del basket che gracidava chiedendo aiuto è un po' in questa situazione da quando Giorgio Armani ha deciso che avrebbe voluto dipingere da solo, senza contorni sgradevoli, sotto il cielo degli uomini alti, da quando tutti si sono convinti che nello sport milanese alla deriva, in estinzione, ci sarebbe stato almeno un Magnifico a cui chiedere aiuto.
Fra una legion d'onore dei francesi dispettosi, una festa in Florida o in California per gli Oscar, un aperitivo con le stelle che vestono il suo nero imperiale, re Giorgio dovrà anche pensare a questa squadra di basket che dopo la famiglia Gabetti, dopo il sacrificio di Stefanel, l'ultimo a vincere uno scudetto, ha sempre vissuto di elemosine. Ogni stagione un pellegrinaggio verso palazzo Marino chiedendo aiuto, ma poi venne Galliani che propose una formula multivitaminica di sponsorizzazioni capace di dare ancora vita alla meravigliosa creatura di Bogoncelli e Rubini almeno per qualche anno. Qualcosa è andato male e quando il Corbelli ha detto che era pronto a vendere tornò la grande paura: non per la perdita, ma per il destino.
Armani ci ha pensato un po', doveva far leggere i libri mastri, poi ha deciso. Adesso la gente vuole da lui tanti altri baci per trasformare una squadra di seconda fascia in qualcosa che conti davvero nel campionato e nell'Europa. Per farlo dovrebbe spendere tanto e subito, soprattutto se Danilo Gallinari oggi accetterà di rimanere fra la gioventù dorata delle scelte Nba, ma chiedergli di essere catalogato fra ricchi che non conoscono il valore del denaro e ci giocano soltanto non si accorda con l'idea di avere finalmente un Magnifico alla guida di una società che deve tornare grande.

Milano non accetta mezze squadre, mezze misure, ma, forse, potrebbe capire uno sforzo graduato se finalmente gli verrà detto come stanno le cose, come dovranno andare in futuro. Per competere in Eurolega servirebbero almeno cinque giocatori, e non è detto che bastino milioni di euro. La realtà è questa, ora vedremo come funzionerà il primo bacio.

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