Il protagonista di entrambi gli spettacoli è proprio lui, Adolf Hitler. Ma per quanto possa sembrare strano, il tema attorno a cui ruotano «Emerald City» e «Him» - le due pièce dei «Fanny & Alexander» in scena questa sera dalle 20.30 al Teatro i di via Gaudenzio Ferrari 11 (per informazioni: 02-8323156) - non è il nazismo, ma l'attualità del Meraviglioso Mago di Oz, il romanzo per bambini scritto a inizio Novecento da Frank Baum. Ricordate la storia di Dorothy, la ragazza che va in cerca di un portentoso mago, in grado di farle ritrovare la strada di casa, e scopre che in realtà si tratta di un consumato attore? In questa fiaba resa celebre da un film degli anni Trenta, la drammaturga Chiara Lagani e il regista Luigi De Angelis (alias «Fanny & Alexander») hanno intravisto una metafora eloquente del rapporto tra arte e potere: della necessità per il potere di usare l'arte, di creare una mistificazione, un inganno; ma anche della tentazione, presente in ogni artista, di ammaliare il pubblico, di esercitare il proprio talento seduttivo e potenzialmente nefasto. Hitler - in questo caso un vero e proprio «doppio, schiacciato tra incubo e fiaba - per Chiara Lagani, «è stato il primo politico del Novecento a uscire esplicitamente dall'ambito della retorica per essere veramente un attore. Documenti storici provano che ha frequentato dei corsi di recitazione con lo scopo di costruire la sua figura mediatica». Ma Hitler è anche il soggetto di un'opera di Maurizio Cattelan intitolata appunto «Him», in cui il dittatore del Terzo Reich appare in ginocchio, assorto in preghiera: cioè proprio come lo si può vedere nell'omonimo spettacolo, interpretato da uno stoico Marco Cavalcoli. Il teatro dei «Fanny & Alexander» non è nuovo a contaminazioni con l'arte contemporanea: anche in «Emerald City», per esempio, si avverte l'eco delle installazioni di James Turrel, un landartista molto amato da Giuseppe Panza di Biumo, il collezionista milanese recentemente scomparso. Questa però è la prima volta che i due enfant terrible della scena italiana anni Novanta, il cui lavoro è connotato da una raffinatezza quasi iniziatica, fanno ricorso a un'opera dal sapore pop, a una provocazione escogitata da un abile manipolatore dell'immaginario mediatico come Cattelan.
Si tratta di una semplice coincidenza o del segnale di una tendenza? Il teatro di ricerca ha bisogno insomma di richiamare astutamente l'interesse dei media per uscire una volta per tutte dalle catacombe? La risposta a questa domanda può forse essere affidata allo spettacolo di un'altra celebre coppia della scena italiana: «Macadamia Nut Brittle» di Ricci/Forte, in cartellone al PiM Spazio Scenico di via Tertulliano 68 da domani a lunedì 3 maggio (dalle ore 21, per informazioni: 02-54102612, www.pimsèazioscenico.it). Il titolo della pièce allude a un gelato della Hagen Daasz di cui si nutrono compulsivamente i protagonisti: quattro adolescenti caratterizzati da una fame atavica di vita, da una voracità esistenziale con risvolti cruenti e autodistruttivi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.