
Mentre in Europa si discute sempre più intensamente di riduzione dell’orario di lavoro e di settimana corta, c’è ancora una fetta significativa di lavoratori che accumula settimane lavorative superiori alle 49 ore. Secondo i dati aggiornati da Eurostat, nel 2024 il 6,6% degli occupati tra i 20 e i 64 anni nell’Unione europea ha lavorato oltre questo limite settimanale.
Il profilo del lavoratore “stacanovista” europeo? Greco, autonomo, attivo nell’agricoltura, nella pesca, o ai vertici aziendali. In Grecia, infatti, la percentuale di chi supera le 49 ore lavorative settimanali sale al 12,4%, quasi il doppio della media UE. Seguono Cipro (10%) e Francia (9,9%). L’Italia si colloca sopra la media con un 7,6%, confermandosi tra i Paesi con un alto tasso di lavoro prolungato.
Chi lavora di più? Agricoltori e dirigenti in testa
L’orario lungo è particolarmente diffuso tra agricoltori, silvicoltori e pescatori, dove il 26,2% degli occupati supera regolarmente le 49 ore settimanali. A sorpresa, subito dopo troviamo i dirigenti: ben il 21,1% lavora oltre questo limite, evidenziando una pressione crescente anche ai piani alti delle aziende.
Nel complesso, a lavorare più a lungo sono soprattutto i lavoratori autonomi, con il 27,5% di loro che supera le 49 ore settimanali, contro appena il 3,4% dei dipendenti.
Settimana corta: tra esperimenti e freni politici
Il dato di Eurostat si inserisce in un contesto europeo in cui il tema della riduzione dell’orario di lavoro è sempre più centrale. In Italia, però, il dibattito appare rallentato: a luglio, la commissione Bilancio della Camera ha bocciato una proposta di legge per la settimana corta sostenuta dalle opposizioni, nonostante, secondo il M5S, l’idea fosse appoggiata dall’80% degli italiani.
“Con il voto favorevole di FdI, Lega e Forza Italia, la proposta è stata fermata, ma intendiamo riproporla”, ha dichiarato Dario Carotenuto, deputato del M5S in Commissione Lavoro. Al contrario, alcune aziende stanno già sperimentando nuovi modelli orari. Tra queste EssilorLuxottica, che ha annunciato ad aprile l’adesione volontaria di oltre 1.500 lavoratori italiani alla settimana corta, con 20 giorni di riposo aggiuntivi l’anno a parità di stipendio.
Anche in Spagna, nelle Asturie, il governo regionale ha indetto una gara per affidare a una società di consulenza uno studio di fattibilità per una settimana lavorativa di quattro giorni, riducendo l’orario settimanale da 37,5 a 32 ore.
Un trend in calo ma ancora rilevante
Il fenomeno del superlavoro, pur in calo rispetto al passato, resta significativo. Nel 2014, i lavoratori europei che superavano le 49 ore settimanali erano il 9,8%, scesi all’8,4% nel 2019, fino al 6,6% nel 2024. Tra i Paesi con i tassi più bassi, spiccano Bulgaria (0,4%), Lettonia (1,0%) e Lituania (1,4%), confermando una forte variabilità tra le diverse economie dell’Unione.
Il fantasma di Stachanov
Aleksej Grigor'evič Stachanov, il leggendario minatore sovietico che nel 1935 stabilì record di produttività diventando simbolo del lavoro indefesso, avrebbe probabilmente sorriso davanti a questi
dati. Ma il mondo del lavoro moderno guarda sempre più a un equilibrio tra produttività e qualità della vita. E il dibattito europeo, tra freni politici e sperimentazioni aziendali, è destinato a proseguire.