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"Contestazioni a Roccella? Risposta a provocazioni". Delirio totale di Saviano

L'autore di Gomorra sfrutta il palcoscenico del Salone del Libro, dove era stato appena impedito al ministro Roccella di potere parlare, per attaccare a spron battuto il governo

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“Contestazioni a Roccella? Risposta a provocazioni”. Delirio totale di Saviano

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Dopo quello che è successo al Salone di Torino nella giornata di ieri a Eugenia Roccella, a cui è stato impedito fisicamente di presentare il proprio libro nonostante fosse stata invitata apposta per quello, ci si si sarebbe aspettato quantomeno la decenza del silenzio tra coloro che simpatizzano per questi bizzarri attivisti di Extinction Rebellion e Non una di meno. E invece (s)fortunatamente ci ha pensato quel gran genio di Roberto Saviano a stabilire chiaramente come stanno le cose. E dove e quando ha avuto modo di potere esprimere liberamente legittimamente (a differenza della Roccella) la propria opinione a riguardo? Ma naturalmente al Salone del Libro e pochi minuti dopo quella vergognosa violenza posta in atto nei confronti del ministro della Famiglia.

Le clamorose contraddizione di Saviano

L'occasione è stata un serratissimo (si fa per dire) faccia a faccia tra lo scrittore e il direttore de La Stampa, Massimo Giannini, suo grande storico amico nonché responsabile di quel quotidiano torinese che ospita molto spesso articoli di Saviano. I classici attacchi al centrodestra non sono ovviamente mancati, tanto da arrivare a sostenere che "Meloni è peggio di Berlusconi", il quale fino all'altro ieri era considerato il male assoluto dallo scrittore. Che si volesse comunque andare ad attaccare a testa bassa l'attuale governo era più che evidente non solo dalle recenti esternazioni dell'autore di Gomorra, ma anche dalle ficcanti domande di Giannini che, più che dei seri interrogativi, sembravano dei veri e propri assist a porta vuota da appoggiare comodamente in gol: "Di questo clima lei risente personalmente?", "Subisce anche una serie di processi, facciamo un riepilogo?", "In Italia vede un rischio democratico?", "Ora la vede più a rischio perché ci sono meno anticorpi?".

Sul "rischio democratico" Saviano avrebbe avuto l'incredibile occasione di potere prendere immediatamente le distanze da quell'inedito branco di intolleranti che hanno dimostrato tutto il loro atteggiamento illiberale e antidemocratico. Invece no. "Le parole di Roccella sono vere e proprie provocazioni e quindi la contestazione entra in questa dialettica". Insomma: la classica indegna giustificazione del "se l'è andata a cercare". Con tanti saluti alla libertà di espressione che per lui evidentemente può essere calpestata quando si tratta di suoi avversari politici. Lo scrittore, poi, preferisce - da persona schiva e umile quale lui notoriamente si sente - accendere i riflettori sempre e solo verso se stesso e il suo vittimismo. "Per chi alza la voce poi parte la macchina del fango di certi giornali". Un'espressione a dir poco geniale da utilizzare proprio in questi giorni, dopo che 14 persone sono morte proprio perché inghiottite dal fango causato dalle alluvioni in Emilia-Romagna. Ma, si sa: il tempismo dialettico e quanto mai opportuno di Saviano è sempre inappuntabile.

Il commento (no sense) su Fazio

A un certo punto dell'"intervista", infatti, arriva l'apoteosi totale: "Se sei una persona onesta potrebbero inventare qualsiasi diffamazione su di te". E in che modo? "Ti portano a processo" (in effetti il termine "bastardi" rivolti a Meloni e Salvini lui lo reputava ingenuamente un semplice elogio). Oppure, che altro? "Ti cancellano la trasmissione". E qua, finalmente, arriva la vera notizia choc della settimana, un'esclusiva assoluta: Che tempo che fa non è giunto al termine dei suoi 20 anni in Rai perché Fabio Fazio ha recentemente firmato con Discovery un contratto quadriennale da 2,5 milioni di euro netti all'anno (quasi 900 mila euro in più ogni dodici mesi rispetto all'accordo con la televisione di Stato), ma perché è stata chiusa dagli esponenti del governo di centrodestra in persona. Con le saracinesce, proprio. In sintesi: "Se sei forte come il Salone di Torino ce la fai, anche se hanno già messo le mani pure qui".

E su questo, c'è da ammettere, ha perfettamente ragione: ieri pomeriggio è infatti mancato poco prima che, tra gli attivisti violenti sinistrorsi, qualcuno potesse direttamente menare le mani nei confronti della Roccella.

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