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Dai jeans strappati ai tatuaggi: quali sono i divieti nelle scuole italiane

Regole scritte o avvisi solo verbali, maggiori e minori libertà: nelle scuole italiane non c'è, al momento, un regolamento comune. Tanti i casi riportati dagli studenti

Dai jeans strappati ai tatuaggi: quali sono i divieti nelle scuole italiane
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Abbigliamento consono, divieto di indossare unghie finte, regole sull'impiego del cellulare: sono molteplici e vari i provvedimenti presi dalle scuole nei confronti degli studenti, e non mancano i casi in cui certe misure hanno portato a vere e proprie polemiche. Soltanto in questi giorni, ad esempio, si è parlato del Liceo Scientifico Ettore Majorana di Monterusciello (Napoli), dove alcuni studenti hanno dovuto mettere del nastro adesivo sui pantaloni strappati per coprirsi, o la circolare di una scuola media di Alpignano (Torino), in cui si invitano i genitori a non far indossare le unghie finte alle figlie.

Sono davvero tante le situazioni esaminate dal portale Skuola.net, che ha effettuato una ricerca fra gli studenti di scuola secondaria (ben 1300 i ragazzi ascoltati), scoprendo che ben il 37% dei giovani si è trovato a dover fare i conti con divieti giudicati come "strani" e "assurdi".

Del resto, non sono al momento presenti normative di tipo nazionale, pertanto sono le direzioni a stilare delle regole, che variano da una scuola all'altra.

Il problema più spinoso: il vestiario

L'argomento maggiormente dibattuto è l'abbigliamento da tenere a scuola. I dirigenti scolastici cercano, per quanto possibile, di far mantenere agli studenti un certo decoro. Viene chiesto di evitare bermuda e gonne molto corte, così come magliette che mostrano la pancia o pantaloni strappati. Al Liceo Scientifico Ettore Majorana di Monterusciello si è arrivati addirittura a far applicare agli studenti dello scotch per nascondere gli strappi sui jeans, un fatto che ha scatenato un mare di polemiche, con i genitori divisi fra chi invoca maggiore rigidità e chi difende la libertà dei ragazzi.

Secondo l'indagine condotta da Skuola.net, meno di 2 alunni su 5 hanno dichiarato di poter indossare ciò che vogliono in classe. Tutti gli altri hanno parlato di regole da rispettare, comunicate via circolare (26%) o indicate tramite suggerimento (33%). C'è poi una minoranza, il 3%, che è tenuto a indossare una divisa scolastica.

Chiaramente una maggior attenzione all'abbigliamento viene data durante il periodo primaverile, quando gli studenti cominciano a scoprirsi, rischiando di mettere in mostra un po' troppo. È a quel punto che scattano i divieti. Vengono imposti dei limiti per le gonne, i pantaloncini, i top, le magliette corte e le canottiere.

Piercing e tatuaggi

Altra annosa questione sono i piercing e tatuaggi. Per molte scuole è preferire non esporre troppo e, anche in questo caso, non sono mancati accesi dibattiti.

Il Messaggero riporta la storia di un ragazzo iscritto presso istituto alberghiero di Arzachena (Sassari). Il fatto risale al 2015, e secondo quanto diffuso lo studente fu allontanato dalla classe a causa dei piercing che indossava al naso e sotto a una palpebra. La scuola, infatti, vietava quel genere di ornamenti.

Gli alunni, furiosi, protestarono nel corso di un'assemblea di istituto, trovando anche il sostegno di alcuni docenti. Si parlò di discriminazione, e di regolamenti ormai anacronistici. Si discusse anche in merito al fatto che gli orecchini fossero vietati ai ragazzi ma non alle ragazze, e ciò portò all'individuazione di chiare lacune a livello di normativa.

Tinte per capelli

Non va meglio agli studenti che desiderano colorarsi i capelli. Si discusse in merito alla questione in Lombardia, per la precisione all'istituto Carlo Porta di Milano, dove nel 2021 uno studente ricevette una nota (successivamente ritirata) per via dei suoi capelli blu.

L'unione studentesca dell'istituto protestò, denunciando l'accaduto. Il ragazzo, a cui fu suggerito di cambiare colore di capelli, decise poi di tagliarli. La preside rispose agli studenti con una circolare in cui i ragazzi venivano invitati a indossare un abbigliamento consono.

Le unghie finte

Recente la circolare in cui viene chiesto ai genitori di evitare di far indossare agli studenti unghie finte, che potrebbero ferire i compagni. È successo nel torinese, in una scuola media di Alpignano.

A riportare la notizia è stata La Stampa, che spiega come la preside Silvana Andretta si sia rivolta alle famiglie inviando una lettera sul registro elettronico. Ai genitori è stato comunicato che i ragazzi, come regolamento, devono indossare un abbigliamento consono e sobrio. Vietate le unghie finte, che possono ferire i compagni oppure ostacolare il lavoro svolto in classe, influendo sulla valutazione.

Il cellulare

Si arriva in conclusione a un'altra questione ampiamente dibattuta: l'uso del cellulare. Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara è stato molto chiaro a tal proposito: i dispositivi devono essere limitati in classe. Alcune scuole hanno già provveduto da sole a imporre dei limiti, altre si stanno adeguando. Chiaramente gli studenti non sono molto felici dei nuovi provvedimenti, ma il ministro ritiene opportuno che i ragazzi si dedichino allo studio durante le ore di apprendimento, usando il telefonino solo quando opportuno. Secondo un sondaggio effettuato da Skuola.net, 6 studenti su 10 dichiarano di avere regole scritte sull'uso degli smartphone.

Un 21%, invece, ha affermato di avere sino ad ora ricevuto solo avvisi verbali, mentre un 25% ha spiegato di non essere soggetto ad alcuna regola.

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