Donne straordinarie

"Non posso fare una promessa che non manterrò": chi era la scrittrice de "La casa nella prateria"

Laura Ingalls Wilder è stata l'autrice dei libri da cui fu tratto il telefilm mandato in onda dal 1977 per 9 stagioni e innumerevoli repliche

"Non posso fare una promessa che non manterrò": chi era la scrittrice de "La casa nella prateria"
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Vantava avi e parenti celebri, ma tutti la conoscono per i suoi libri e una serie tv cult. Laura Ingalls Wilder è stata infatti la reale protagonista e autrice dei libri da cui fu tratto il telefilm La casa nella prateria, mandato in onda in Italia a partire dal 1977 per 9 stagioni e poi replicato innumerevoli volte, sempre con successo. Laura Ingalls non è stato infatti un personaggio di invenzione: è stata una scrittrice ma anche una pioniera.

La vera storia de La casa nella prateria

Il futuro è nelle nostre mani per farne ciò che vogliamo”. Molti pensano che questo sia un concetto originale che può essere ascoltato nella saga di Ritorno al futuro, ma in realtà si tratta di una citazione della vera Laura Ingalls. Ritratta in tv dall’attrice Melissa Gilbert, Ingalls nacque nel 1867 a Pepin nel Wisconsin: era pronipote di un passeggero della Mayflower e discendente dei Delano - famiglia dalla quale sarebbe nato il 32esimo presidente Usa Franklin Delano Roosevelt - inoltre era una lontana cugina del generale Ulysses S. Grant, che ebbe un grosso ruolo nella Guerra Civile.

I genitori di Ingalls si chiamavano, come nella serie, Charles e Caroline, che iniziarono la propria storia nel Wisconsin, per poi trasferirsi in Missouri e quindi nel Kansasm e infine tornare nel Wisconsin, sempre a Pepin, ma La casa nella prateria è ambientata in Minnesota. Perché gli Ingalls non si fermarono lì: la storia della famiglia, della quale fecero parte 5 figli compresa Laura, proseguì successivamente in Minnesota e infine nel South Dakota, a De Smet. Gli Ingalls si occuparono di agricoltura e allevamento, ma i figli frequentarono la scuola locale: tutto nella serie è molto aderente ai romanzi autobiografici di Laura Ingalls, tragedie comprese.

È il periodo dei pionieri negli Stati Uniti: nulla è facile. Carestie, malattie, mancanze di ogni tipo di ciò che oggi si dà per scontato erano all’ordine del giorno. Alcuni personaggi però furono inventati dalla stessa Laura Ingalls: la coetanea antipatica e snob Nellie Oleson, per esempio, non è mai esistita, ma la scrittrice ne modellò il personaggio a partire dai caratteri di tre coetanee eufemisticamente non troppo gentili.

Nel 1882, a neppure 16 anni, Ingalls diventò un’insegnante per aiutare la famiglia, ma proseguì i suoi studi, diplomandosi, e contemporaneamente lavorò da una sarta. Tre anni più tardi, nel 1885, sposò Almanzo Wilder, da cui prese il secondo cognome: Almanzo era un uomo benestante, ricco di famiglia, ma la loro vita non fu felice. Nel 1889 nacque infatti il loro secondogenito che morì a 12 giorni dal parto, mentre un anno prima, nel 1888, Almanzo era rimasto parzialmente e temporaneamente paralizzato a causa dei postumi di una difterite. Successivamente persero la loro casa a causa di un incendio dovuto a una disattenzione della primogenita Rose, e dovettero affrontare diversi periodi di siccità. Tutto questo li costrinse a trasferirsi in Minnesota, poi Florida e quindi in Missouri nel 1894. Grazie all’aiuto economico dei genitori di Almanzo, rimisero in piedi una fattoria, tornando a occuparsi di agricoltura e allevamento. Il rapporto con Almanzo però fu paritario: al momento delle nozze si rifiutò di usare il termine “obbedire” tra le promesse, dicendogli: "Non posso fare una promessa che non manterrò”.

I libri, il successo, il pensiero

La vera Laura Ingalls
La vera Laura Ingalls

A partire dal 1911 Laura Ingalls Wilder iniziò a lavorare come giornalista, per piccole rubriche locali del Missouri che riguardavano l’agricoltura. Laura aveva scritto in realtà per tutta la sua vita un lungo romanzo autobiografico chiamato Pioneer Girl, ma solo nel 1930, dopo che la sua famiglia fu colpita dalla Grande Depressione, decise di provare a pubblicarlo su incoraggiamento della figlia Rose Wilder Lane, a propria volta già una scrittrice al tempo: la sua opera fu poi divisa in diversi libri, il primo dei quali pubblicato nel 1932, seguito da numerosi altri, alcuni dei quali postumi. Pioneer Girl venne pubblicato integralmente solo nel 2014, diventando subito un bestseller. Ogni suo volume fu in effetto un successo, per di più internazionale: alla fine degli anni ’40 per esempio la fama di Ingalls raggiunse perfino il Giappone, una nazione con la quale i rapporti diplomatici erano con gli Usa ancora molto freddi.

Laura Ingalls Wilder morì nel 1957 all’età di 90 anni, dopo essersi ammalata, a causa del diabete e di problemi cardiaci. Fu seppellita a Mansfield nel Missouri, insieme al suo amato Almanzo. Nonostante tutte le difficoltà che dovette incontrare nella vita, pensava (e scrisse) che: “Una bella risata supera più difficoltà e dissipa più nubi oscure di qualsiasi altra cosa”.

Negli anni 2000 gli scritti di Laura Ingalls Wilder sono stati oggetto di revisionismo per il modo razzista in cui venivano dipinti gli afroamericani da poco liberati dalla schiavitù: chiaramente non è cancellando il passato che il futuro non potrà ripetere certi orrori e quindi questi libri, come tanti altri del resto, vanno inquadrati in un periodo storico di riferimento, al di fuori del quale non possono essere compresi.

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