Le "patatine più piccanti del mondo" finiscono al bando in Italia, a causa dei pericoli derivanti dal loro consumo: arriva quindi lo stop alla pubblicità e alla vendita del prodotto balzato agli "onori" della cronaca per la cosiddetta "Hot Chip Challenge", una sfida ritenuta estrema e in grado in alcuni casi di portare anche alla morte chi tenta di cimentarvisi.
La prova consiste, per l'appunto, nell'ingerire un'unica patatina di grandi dimensioni, caricata di polveri e sostanze particolarmente piccanti, tanto da dover essere afferrata con dei guanti per evitare, in caso di lacrimazione eccessiva, di mettere le mani negli occhi e di irritarli di conseguenza. I partecipanti alla challenge devono consumare l'intera patatina resistendo alla tentazione di bere, entro un tempo stabilito all'inizio della sfida. In genere, una volta scaduto il limite fissato, i protagonisti si fiondano sul latte, ritenuto il liquido più efficace per contrastare l'"incendio" che si scatena in bocca.
La grande fortuna sul mercato dell'azienda produttrice è stata proprio la diffusione a macchia d'olio della "Hot Chip Challenge", che ha garantito milioni e milioni di visualizzazioni sui principali social network, specie TikTok, Youtube, Instagram e Facebook. I "content creators" si sono quindi gettati a capofitto in una sfida che garantiva facili visualizzazioni: purtroppo sono numerosi i casi in cui si è arrivati addirittura alla morte.
Proprio a causa dei pericoli connessi al consumo di queste chips, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha bloccato sia la pubblicità che la vendita nel nostro Paese delle patatine distribuite da Dave's. La società, spiega in un comunicato l'Antitrust, distribuiva il prodotto incitando soprattutto i giovani a cimentarsi nella sfida. Sono stati individuati, pertanto,"profili di illegittimità" della pratiche commerciali a causa dell'induzione a "una sfida rivolta per lo più a consumatori adolescenti (anche attraverso i social media)", oltretutto senza che fossero diffuse delle "informazioni sui rischi per la salute connessi all'uso del prodotto".
L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha contestato in particolar modo proprio"la mancanza di informazioni rilevanti su un prodotto alimentare che poteva mettere in pericolo la salute e la sicurezza dei consumatori, specie se bambini o adolescenti".
L'Antitrust è quindi "intervenuta con successo per tutelare i consumatori più giovani e più influenzabili da messaggi che li inducono a mangiare prodotti anche pericolosi, facendo leva sulla loro propensione ad accogliere le sfide lanciate sui social media", conclude la nota.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.