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Le università perdono tempo pure a fare l'identikit di chi consumerà insetti

Uno studio conferma che agli italiani non piacciono i vermi a tavola. Nel nostro Paese accettazione più bassa che all'estero. Donne e adulti le fasce meno propense alla entomofagia

Le università perdono tempo pure a fare l'identikit di chi consumerà insetti

Agli italiani non piace mangiare insetti. Tra un piatto di lasagne e un ciotola di grilli essicati, preferiscono la prima opzione: sai che scoperta. All'università di Pisa hanno addirittura investito risorse per appurarlo e mettere nero su bianco che i nuovi cibi ecosostenibili non fanno gola ai nostri connazionali. In Messico o in Cina, invece, non disdegnano vermi, tarli e larve edibili. I risultati del suddetto studio su base internazionale sono finiti sulla rivista Plos One, in un elaborato articolo nel quale viene anche tracciato l'identikit del consumatore tipo di insetti commestibili: giovane e maschio (ma non ditelo ai paladini della gender equality).

Chi mangia gli insetti: il sondaggio

La ricerca è stata condotta attraverso un sondaggio online realizzato a febbraio e marzo 2022 su un campione di circa tremila persone dislocate in cinque diversi Paesi, con vari livelli di cultura gastronomica legata al consumo di insetti. Belgio, Cina, Italia, Messico e Stati Uniti sono finiti sotto la lente dei ricercatori, che hanno sondato la propensione degli intervistati a cibarsi di vermi della farina interi e visibili o trasformati. Il risultato non è stato poi così sorprendente: i Paesi con tradizioni entomofagiche (come Messico e Cina) hanno mostrato una maggiore accettazione degli insetti nell'alimentazione rispetto ai Paesi senza tradizioni entomofagiche (ad esempio, Belgio, Italia e Stati Uniti). E peraltro sono emerse distinzioni di genere nel livello di propensione o di rifiuto ai suddetti cibi.

Insetti edibili, in Italia il minor gradimento

In media infatti le donne hanno rivelato una minor propensione a cibarsi di insetti. Il maggiore grado di rifiuto ai vermi della farina lo si è registrato proprio in Italia (circa l'85% donne intervistate ha detto 'no' e il 75% degli uomini) e il minore in Paesi come Messico (circa 46% donne e 15% uomini) e Cina (circa 62% donne e 50% uomini) dove l'entomofagia è culturalmente più accettata. E laddove la predisposizione a includere gli insetti nella dieta è stata minore, è emersa comunque una maggior disponibilità al consumo delle fasce d'età più giovani. Considerando infine tutti i cinque Paesi monitorati, l'accettazione degli insetti trasformati è risultata sempre maggiore rispetto a quelli interi.

Il marketing e i consumatori italiani

"Si tratta del primo studio che mette a paragone più paesi in continenti diversi (...) stiamo utilizzando i dati raccolti per ricerche e pubblicazioni ancora in corso, si tratta di materiale molto utile per chiunque si occupi di marketing in questo settore", fanno sapere dal dipartimento di scienze veterinarie dell'università di Pisa, partner del progetto di studio. Ma nella stessa ricerca si fa notare come alcune risultanze siano tutt'altro che inaspettate. "Non sorprende che i consumatori italiani abbiano la più bassa accettazione di vermi della farina interi e trasformati, spiegato da un forte atteggiamento negativo nei confronti degli insetti come cibo", si legge nell'articolo pubblicato su Plos One. E per fortuna, aggiungiamo noi.

Le specificità alimentari e le culture gastronomiche sono un patrimonio da tutelare: in Italia, più che altrove, lo sappiamo bene.

A livello pratico, non servono studi per comprendere come l'omologazione alimentare abbia a che fare più con il business che con la sostenibilità del Pianeta.

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