
“Sconcertanti”. Così Luca Telese ha bollato le dichiarazioni di Francesca Albanese su Liliana Segre. Il volto di “In Onda” – trasmissione abbandonata dalla stessa relatrice speciale Onu – si è detto colpito negativamente dalle parole della giurista nei confronti della senatrice a vita: “Ho letto con sconcerto le parole di Francesca Albanese contro Liliana Segre, definita non attendibile perché il dolore per ciò che ha vissuto nel lager la rende ‘poco lucida’”. Ma non solo. Nel suo post su X, Telese ha definito “folle” il paragone utilizzato dalla Albanese: “Trovo folle la metafora del malato di cancro che non potrebbe essere attendibile quando parla del cancro (il genocidio) perché solo l’oncologo (cioè lei, la Albanese) può parlare del cancro”.
La posizione della relatrice delle Nazioni Unite, idolo dei pro Pal, ha incendiato il dibattito. La Albanese ha infatti affermato di avere “grandissimo rispetto per la senatrice Segre, una persona che ha vissuto traumi indicibili e che è profondamente legata a Israele”, precisando però che, a suo avviso, “non è la sua opinione, o la sua esperienza personale, a stabilire la verità su quanto sta accadendo”.
Secondo Telese, queste esternazioni rischiano di mettere in discussione l’autorevolezza di voci come quelle di Primo Levi o Hannah Arendt. “Una giornalista (Hannah Arendt) non avrebbe potuto scrivere ‘La banalità del male’. E il più grande narratore italiano del Novecento – Primo Levi – nulla potrebbe dire sull’Olocausto. In primo luogo perché (teorema Albanese) ‘poco lucido’ in quanto sopravvissuto. E poi ‘non competente’ sul piano professionale. Come tutti sanno, nella sua vita, Primo Levi era un chimico” la sua sottolineatura.
Il confronto tra Telese e la Albanese si era già acceso qualche giorno prima durante la trasmissione “In Onda”. Nel corso della puntata del 5 ottobre, la giurista ha lasciato lo studio dopo un intervento di Francesco Giubilei, che aveva dichiarato di condividere la posizione di Liliana Segre sul tema del genocidio a Gaza. La sua uscita ha generato diverse reazioni. A spiegazione del suo gesto, Albanese ha successivamente dichiarato di avere un impegno già previsto e di non voler proseguire il confronto con “due persone che non sono preparate sul tema Gaza”.
La frase era rivolta sia a Giubilei che al giornalista Federico Fubini, anche lui ospite in studio, il quale aveva espresso cautela nell’utilizzo del termine “genocidio” per descrivere gli attacchi israeliani sulla Striscia.