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Lasagne, secoli di bontà

Buone, buonissime e antichissime. Le lasagne allietano le tavole dei giorni di festa dalla notte dei tempi

Lasagne, secoli di bontà
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Amatissima ovunque, in Italia, all'estero, persino nello spazio a bordo della stazione orbita ISS, la lasagna è senza dubbio uno dei piatti simbolo della cucina tradizionale del Bel Paese. È ilpiatto delle feste per antonomasia, ricco, opulento, in grado di solleticare quasi tutti i palati ed è davvero difficilissimo trovare qualcuno nell'intero orbe terracqueo a cui proprio non piaccia. Più di una città italiana si vanta di aver dato i natali a questa prelibatezza, la cui ricetta si tramanda da nonna a nipote sin dalla notte dei tempi.

Perché la lasagna ha origini molto, molto antiche. Alcuni la vorrebbero far risalire all'epoca della Magna Grecia prima e della Roma dei Cesari poi. Gli antichi romani facevano larghissimo consumo durante i loro banchetti di "laganum", una sottile sfoglia di grano farcita con formaggio e carne. Si trattava però di qualcosa di molto diverso dalle lasagne moderne, poiché il laganum veniva cotto al forno o direttamente sul fuoco e non lessato in acqua bollente come si fa ora.

Bisognerà aspettare l'età medievale per il nuovo tipo di cottura, particolarmente amato in conventi e monasteri, luoghi dove frati e presbiteri mangiavano decisamente meglio rispetto al volgo durante i cosiddetti "Secoli Bui". Nel '200 Fra'Salimbene da Parma nelle sue cronache ci racconta di esser rimasto profondamente impressionato nel vedere un corpulento monaco che con incredibile voracità si abbuffava di "lasagne condite col formaggio". Nel 1282 nei memoriali della città di Bologna, che si contenente con Napoli, la paternità del piatto, troviamo addirittura un componimento poetico con le lasagne protagoniste.

Nella città del Vesuvio nello stesso periodo un piatto molto simile, riccamente condito, veniva servito sulle tavole degli Angiò.
La svolta che le renderà molto simili a quelle dei nostri tempi arrivò però durante il Rinascimento, con l'introduzione della pasta all'uovo.
Le antiche lasagne dilagarono quindi in tutta Italia, arricchendosi sempre di più con nuovi ingredienti, come la passata di pomodoro in piena età moderna.

Oltre a Bologna e a Napoli, in molte altre parti dello Stivale vennero ideate nuove ricette, così nacquero le lasagne con tartufo a Milano, i celebri vincisgrassi nelle Marche e le lasagne alla genovese col pesto. Tante ricette tutte buonissime, apprezzate da popolani, principi e re.
Si racconta che Ferdinando di Borbone, Re delle Due Sicilie, le amasse a tal punto da mangiarne di continuo grandi quantità fino ad essere soprannominato nientemeno che "Re Lasagna"! Tornando a Bologna la Dotta, la ricetta ufficiale, dopo secoli e secoli di teglie sfornate dai bolognesi, venne finalmente canonizzata nel 1935 nel libro "Il Ghiottone Errante" del giornalista Paolo Monelli.

Nel giro di pochi anni, nel corso del '900, grazie anche e soprattutto agli emigranti italiani, la lasagna uscì dai confini nazionali arrivando in tutte le parti del mondo, conquistando gli appetiti dei golosi dall'America all'Austria, anche se a volte con modifiche negli ingredienti e nella preparazione che farebbero rabbrividire i lasagnari nella loro terra natia.

Ormai la lasagna è diventata insieme a pizza e spaghetti sinonimo ( e cliché) di bontà e italianità, così apprezzata da essere solennemente celebrata il 20 novembre, nella sua Giornata Mondiale! Anche se ogni giorno dell'anno può diventare una festa con un bel piatto di lasagna fumanti sulla tavola.

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