Quindi, oggi...

Macron in crisi di nervi, il segreto di Renzi e Conte: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: gli attacchi a Meloni di Francia e Spagna, l'inchiesta sul Covid e le tende degli studenti

Macron in crisi di nervi, il segreto di Renzi e Conte: quindi, oggi...

- Un genio a Vicenza in pieno periodo Covid fa inversione a U con la sua bella Lamborghini, viene visto dalla polizia locale e multato. Infuriato a bestia, se le piglia con gli agenti e li apostrofa con queste frasi qui: “Il vostro atteggiamento è da comunisti e il comunismo è una brutta bestia essendo invidiosi dei soldi altrui”. Un premio per lui.

- Secondo uno studio sprechiamo due giorni a settimana in riunioni e call, oltre che a scrivere mail, molte delle quali totalmente inutili. L’ho sempre detto: più fatti e meno report, webinair, riunioni online. Che poi quando le sento chiamare “telco” (“teleconferenza”) vado ai matti.

- È il giorno dei commenti intelligenti all’avvio della stagione delle riforme. Tutti si dicono a parole favorevoli a rendere più stabili gli esecutivi, poi però dicono che il presidenzialismo non va bene (in ogni sua forma) e pure il premierato sarebbe da evitare. Tradotto: lasciamo tutto così com’è. La verità è che la nostra cultura politica, l’abbiamo vista sin dai tempi pre-fascismo, è fondata sul trasformismo. E l’unico modo per evitare i pastrocchi del passato è conferire un mandato chiaro e popolare a un leader.

- Piccolo avviso ai naviganti di centrodestra: dare “più poteri” al premier, magari con la sfiducia costruttiva e la possibilità di cambiare i ministri, non conferisce la stabilità chiesta. Non col nostro sistema partitico. Ha funzionato in Gran Bretagna quando conservatori e socialisti erano i due partiti di maggioranza e nessuno osava cambiare casacca. Oggi invece nel Regno Unito cambiano premier come il Re i calzini (almeno si spera), proprio a causa dell'attuale frammentazione del sistema politico. Frammentazione che noi abbiamo nel Dna. Sintesi: Meloni non faccia scherzi: o elezione diretta, o morte.

- Sul caso Artem Uss gli Usa gettano acqua sul fuoco: non ci sono prove siano stati i servizi russi e comunque abbiamo fiducia nel governo italiano. Tradotto.

- Indovinate un po’? Il Pd di Elly Schlein scende in piazza “al fianco di chi protesta” in tenda di fronte alle Università contro il caro affitti. Ancora una volta, i dem sposano una battaglia minoritaria e dal profumo di partita persa ancor prima del calcio d’inizio.

- Che spettacolo. Alessandra Mussolini prova ad aprire un account instagram ma il social di Zuckerberg le fa spaere che non può farlo con quel cognome perché “non allineato alla policy”. Ecco dove ci porterà la “democrazia” delle piattaforme online: al delirio.

- Salvini assicura che il ponte sullo Stretto di Messina sarà transitabile nel 2032 “se tutto va bene”. Sarebbe un sogno, ma quel “se tutto va bene” mette un po’ di ansia. Quando mai “tutto va bene” in Italia? Fatichiamo a rattoppare una strada, figuriamoci a costruire un ponte su cui ragioniamo da decine di anni.

- Gianni Morandi è andato a cantare al Senato di fronte a Mattarella (e va bene) a Giorgia Meloni (e per i benpensanti va meno bene) e a Ignazio La Russa (apriti cielo). Quei pirla sui social che si dichiarano “democratici” ma in realtà non capiscono un fico secco lo hanno accusato di essersi prestato al “nemico”, lui artista “di sinistra” al fianco di un presidente del Senato post-fascista. Sapete che ha detto Al Bano? "Basta con questa storia: Morandi è stato invitato dalle istituzioni e ha fatto la scelta giusta, partecipando ha dato una bella lezione a tutti”. Chapeau.

- Titolo di Repubblica: “Seicento euro per una stanza è negarci il diritto allo studio”. Poi in didascalia leggi che “Mirko ne spende 470 di euro al mese, Dario 300 euro, Leone assicura che il prezzo medio sta attorno ai 500 euro. Ma allora questi seicento euro da dove escono fuori?

- Speranza e Conte sentiti dal Tribunale dei ministri. Nulla di nuovo sotto il sole, lo sapete: chi scrive ritiene che la gestione della pandemia vada criticata sul piano politico e non giudiziario. Però una cosa è succulenta: gli avvocati di Speranza infatti hanno detto che secondo loro il superconsulente della procura, Andrea Crisanti, avrebbe commesso “un grave errore”. Ecco, su questo sono proprio curioso di capire come andrà a finire.

- Io capisco l’ansia dei figli d’arte, tipo pargoli di attori, che devono sottostare al perenne strazio del confronto con i loro famosi genitori. Però, dico però: siamo sicuri che la figlia di Sean Penn avrebbe fatto così rapidamente carriera se fosse stata l’erede di un carpentiere di Canicattì? Ecco, allora forse vale la pena prendersi oneri e onori di nascere dall’unione dell’ovulo e dello spermatozoo giusti.

- Il partito di Macron, in crisi di nervi, attacca Meloni e il governo italiano. Sulla questione migranti, ci accusano di essere inumani, indeguati e altre stupidaggini. La verità è che Emmanuel ha una paura matta che Le Pen possa vincere le prossime elezioni e ha deciso di colpire Giorgia per danneggiare Marine. Speranza vana e scelta sciocca: non si logorano i rapporti internazionali per banali questioni interne. L’avesse fatto l’Italia…

- Pure la vicepremier spagnola se la prende con Meloni e con le politiche sul lavoro. Primo: fatti i fattacci tuoi. Secondo: è chiaro che in Ue cominciano ad aver paura della possibilità che Ppe e conservatori alle prossime elezioni formino un governo tutto loro, lasciando fuori i socialisti. Così sbraitano.

- Curioso segreto rivelato da Matteo Renzi sui rapporti tra Meloni e le cancellerie straniere. “Uno dei suoi colleghi capi di Governo europeo mi aveva detto peste e corna di lei prima di conoscerla. Gli avevo risposto: ci lavorerai meglio di quanto pensi. Mi ha cercato dopo qualche settimana: avevi ragione, Matteo.

I due sono ormai inseparabili compagni di sigaretta nelle pause dei lavori”.

Commenti