"Mossa buonista", "Beneficienza tarocca". Bufera sul pandoro di Ferragni

Dopo la denuncia di Selvaggia Lucarelli sulla scarsa chiarezza dell'operazione benefica portata avanti da Balocco e Chiara Ferragni sul pandoro PinkChristmas, sui social è esplosa una forte polemica, che non accenna a placarsi

"Mossa buonista", "Beneficienza tarocca". Bufera sul pandoro di Ferragni

Non si placa la polemica attorno al pandoro PinkChristmas creato da Balocco in collaborazione con Chiara Ferragni. Il pandoro è stato lanciato sul mercato con una mission benefica, sostenere l'ospedale Regina Margherita di Torino, finanziando l'acquisto di un nuovo macchinario che permetterà di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Ma la comunicazione sull'entità della donazione e sul ruolo benefico giocato dagli acquirenti appare poco chiara.

A puntare l'attenzione sulla scarsità di chiarezza circa la cifra che Balocco e Chiara Ferragni doneranno (o avrebbero già donato, secondo quanto rivelato dal Domani) al Regina Margherita è stata Selvaggia Lucarelli, che ha parlato di "operazione commerciale mescolata confusamente a un'iniziativa benefica". E la rabbia del popolo dei social, che poi sono anche coloro che hanno acquistato in massa il pandoro PinkChristmas, è esplosa violenta sul web.

La denuncia degli acquirenti

Il pubblico denuncia due fatti: la scarsa informazione sulla cifra della donazione benefica e la comunicazione ingannevole, che Balocco e Ferragni avrebbero portato avanti nell'ultimo mese, cioè dal lancio del prodotto sul mercato. L'azienda di Cuneo ha sempre parlato (sul sito e nei post) di "sostegno" e "finanziamento" all'ospedale di Torino. Linea seguita anche dalla Ferragni. Ma non ha mai smentito, però, l'errata comunicazione circolata sul web sulla proporzionalità della donazione in relazione alla vendita dei pandori. Anzi. Come mostrato dal Domani, su Instagram Balocco avrebbe condiviso video di influencer e acquirenti, che hanno promosso l'iniziativa parlando di donazione proporzionale alle vendite e non una tantum. Insomma, il famoso "parte del ricavato".

La polemica sui social

Come era prevedibile la rabbia degli acquirenti, che per sostenere l'operazione benefica hanno pagato cifre comprese tra i 9,90 euro e 12 euro a confezione (il doppio di un normale pandoro industriale da supermercato) si è riversata sotto al post pubblicitario di Chiara Ferragni, del 24 novembre scorso: "L'ospedale risponde dicendo che non esiste nessuna raccolta fondi... bello sto marketing buonista, grande Chiara", "Anche qui nessuna traccia della beneficenza tarocca dalla vendita dei panettoni", "Marketing e businessssssss per ogni cosa, chapeau". Come era già successo in altre occasioni, la Ferragni è stata accusata di avere tradito la fiducia del suo pubblico: "Le cause che stanno a cuore si sostengono gratuitamente e con trasparenza. Vedere un'operazione di puro marketing fare leva sui bambini malati di sarcoma è abbastanza irrispettoso nei confronti di chi ha o ha avuto a che fare con questa terribile malattia", "Che delusione. Tu che fai tante storie, neppure commenti per dare spiegazioni sul pandoro".

Balocco nel mirino degli acquirenti

Non è andata meglio all'azienda di Cuneo che sui propri canali social è stata travolta dalla protesta degli acquirenti. Sono migliaia i commenti di richieste di spiegazioni e critiche che si sono accumulati sotto ai post Instagram del marchio: "Una strategia di marketing di rara bassezza. Impossibile da commentare", "Con la beneficenza non si scherza. Profondamente deluso", "Voi fate una brutta figura, lei arricchirà la sua fama e il suo conto in banca. Immagino che i pandori che lei ha regalato a familiari e collaboratrici/ori, glieli abbiate pure omaggiati".

E qualcuno ha puntato l'attenzione su un aspetto importante di tutta la vicenda, che potrebbe portare ulteriori conseguenze: "Il ricavato delle vendite vi servirà per coprire le spese legali per le conseguenze di una pubblicità ingannevole, oltre che la fee della vostra ambassador". Critiche e richieste che non trovano ancora spiegazione, visto che - al momento - Balocco non ha rilasciato alcun commento in merito alla vicenda.

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