A Predappio coi fascisti sì, ma alla Bocconi con Capezzone no. Questo, in sintesi, è stato il pensiero espresso da Saverio Tommasi in un suo lungo post sul proprio profilo di Facebook a proposito di un intervento pubblico che avrebbe dovuto tenere all'Università Bocconi di Milano. Il giornalista di Fanpage ha infatti raccontato per filo e per segno quello che gli era stato proposto da un gruppo organizzato di studenti e studentesse di uno degli atenei più prestigiosi d'Italia. "Mi hanno chiesto un intervento dal vivo sulla libertà di parola e il giornalismo, alla luce anche dell'attentato a Sigfrido Ranucci. Mi hanno scritto 'per risvegliare le coscienze'", scrive Tommasi.
"La controparte, che aveva già dato la disponibilità, Daniele Capezzone. Io ho risposto così: 'Grazie per l'invito, ma no. Non credo ai dibattiti su problemi con chi è parte del problema'". Poi, l'ulteriore spiegazione a proposito del rifiuto del dialogo con il giornalista considerato "nemico" o quantomeno un avversario da non guardare neanche negli occhi. "Daniele Capezzone è direttore editoriale di Libero, uno dei giornali che considero responsabili della difficoltà di fare il mestiere che faccio, in Italia", ribadisce Tommasi. Quest'ultimo premette comunque di non avere alcun tipo di problema a relazionarsi, sulla carta, con chi la pensa molto diversamente da lui. E, a dimostrazione di ciò, afferma che la scorsa domenica si era recato a Predappio per intervistare i nostalgici del Ventennio che tutti gli anni, a fine ottobre, compiono il loro omaggio presso la cripta di Benito Mussolini.
Ma è proprio questo è il passaggio in cui viene rivelato il punto di discordia che gli impedisce di incontrare l'ex editorialista de "La Verità": se con i militanti fascisti Tommasi si concede volentierei in diverse chiacchierate davanti alla sua telecamera e al suo microfono - facendo poi ex post i classici taglia e cuci nel montaggio finale per ridicolizzare gli interlocutori, anche quando si tratta di avere a che fare con persone che non hanno alcuna minima simpatia per le camice nere, ma sono semplicemente dei sostenitori dei partiti del centrodestra ora al governo (pensiamo semplicemente alle sue interviste fatte ai partecipanti a Pontida o ad Atreju) - con Capezzone tutto questo non può avvenire. Perché?
"Scelgo di non farlo in un incontro pubblico dal vivo, dove anche soltanto la presenza legittima l'interlocutore. Esattamente come non andrei a discutere di Palestina in TV insieme a un colono". Da qui il saluto finale: "Studenti e studentesse della Bocconi, se il vostro intento era 'risvegliare le coscienze', in fondo, credo di aver dato anche così il mio contributo. Pensateci e buon lavoro".
Insomma, il rischio serio concreto per Saverio Tommasi, fresco reduce dalla spedizione con la Global Sumud Flotilla, sarebbe stato quello di non potere restituire al suo pubblico di riferimento un Capezzone "manipolato" all'interno di uno suo tipico video pubblicato su Youtube. La paura dell'autenticità di un dibattito in diretta ha avuto il sopravvento.