
Una vera e propria bufera social ha travolto lo chef stellato Paolo Cappuccio dopo un annuncio di lavoro pubblicato sui social per la ricerca di personale da impiegare in cucina presso un hotel 4 stelle in Trentino per il periodo invernale. L’annuncio, che inizialmente sembrava una normale offerta di lavoro, si è trasformato presto in un caso per via dei toni forti e di alcune esclusioni esplicite che lo chef ha elencato, riguardanti anche l’orientamento sessuale.
L'annuncio
“Seleziono chef con brigata per hotel 4 stelle in Trentino. Da dicembre a fine marzo. Chef più 3 capo partita ed 1 pasticcere. Per info in privato. Grazie”, si leggeva nel post, poi rimosso. Ma poco sotto, la situazione è degenerata: “Evitate di farmi perdere tempo. Sono esclusi comunisti/fancazzisti. Master chef del cazzo ed affini. Persone con problematiche di alcol droghe e di orientamento sessuale”.
Lo chef napoletano, classe 1977, vincitore della stella Michelin nel 2009 allo Stube Hermitage di Madonna di Campiglio, ha ricevuto un’ondata di critiche per un linguaggio giudicato offensivo, discriminatorio e poco rispettoso, con numerosi commenti indignati e segnalazioni per violazione delle leggi contro la discriminazione. Di fronte alla valanga di insulti, Cappuccio ha oscurato il post ma non si è sottratto alle domande dei media, difendendo sostanzialmente il contenuto del messaggio. “Non ci bado, è gente che non passa il tempo a lavorare”, ha dichiarato al Corriere del Trentino, sottolineando che nessun lavoratore interessato si è fatto avanti tra i commenti.
Uno sfogo
Lo chef ha spiegato che l’annuncio era uno sfogo dettato dalla frustrazione per le sue precedenti esperienze lavorative: “È un annuncio di disperazione. Uno sfogo di stanchezza mentale. Dopo l’ennesima delusione cercavo collaboratori onesti, con un’idea chiara della loro posizione all’interno della società, della brigata, che si comportino bene. Sono stufo di persone che mi fanno perdere tempo, si mettono in malattia, non svolgono le proprie mansioni o combinano disastri in cucina”.
Sui riferimenti all’orientamento sessuale, Cappuccio ha precisato che si trattava di esperienze passate: “Mi è capitato di avere persone non etero che esibivano in modo eccessivo il loro modo di vivere, creando problemi, litigi e insulti in brigata. Per evitare spiacevoli situazioni ho voluto chiarire che si può essere quello che si vuole, ma senza ostentazioni eccessive, poco eleganti e fuori luogo in un ambiente di lavoro”.
Lo chef ha infine ribadito l’importanza di un equilibrio tra diritti e doveri, sottolineando
che la sua esclusione di certi profili era un modo per evitare di perdere tempo e per segnalare fin da subito che la brigata non è un luogo di libertà assoluta, ma di rigore professionale.