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Così gnocchi e polenta smentiscono la balla sulla patata d'importazione

Questi importantissimi vegetali arrivano in Italia in un periodo di grande crisi per il nostro Paese. Alimenti poveri e poco costosi che gli italiani sublimano, trasformandoli in deliziose pietanze come polenta, gnocchi e mille altre squisitezze

Così gnocchi e polenta smentiscono la balla sulla patata d'importazione

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Così gnocchi e polenta smentiscono la balla sulla patata d'importazione

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Come ogni mattina amo andare al bar e cominciare la giornata gustandomi un bel cappuccino e una bella brioche (due alimenti dalla storia affascinante che magari presto racconterò). Mentre sorseggiavo il mio cappuccio, mi son trovata davanti una copia de "La Stampa" e ho cominciato a sfogliarla.

Dopo poche pagine sono rimasta incuriosita notando una raffigurazione dell'imperatore Carlo Magno, il grande monarca franco che, ravvivando le tradizioni e la cultura millenarie di Roma, rinfondò un impero romano in Occidente, con l'emblematico appellativo di "Sacro".

Subito però rimango sorpresa da quello che doveva trattarsi sicuramente di un errore, perché la didascalia diceva "Federico il Grande re di Prussia", un re militarista vissuto 1000 anni dopo Carlo Magno, artefice dell'ascesa di Berlino.

Comincio quindi a leggere bene l'articolo e scopro che il re tedesco con la faccia da Carlo Magno era stato chiamato in causa dal giornalista Michele Serra durante la trasmissione "Che tempo che fa" di Rai 3, nell'ennesimo tentativo (pare sia la moda del momento) di svilire le antiche tradizioni enogastronomiche e agroalimentari italiane.

Federico di Prussia viene citato per essere stato il fautore della diffusione della coltivazione e del consumo di patate, fino ad allora presenti solo in pochi orti botanici europei. Un tubero certo di origine straniera ma ormai a tutti gli effetti italianissimo, proveniente dalle Americhe che, come amo sempre ricordare, sono state scoperte dal genovese Cristoforo Colombo e battezzate in onore del fiorentino Amerigo Vespucci.

Stesso discorso vale per il mais. Questi importantissimi vegetali arrivano in Italia (prima il mais, poi le patate) in un periodo di grande crisi per il nostro Paese. A partire dal 1600 l'Italia si trova ormai decentrata a causa delle nuove rotte commerciali atlantiche, gli italiani patiscono povertà, guerre, carestie, pestilenze.

Alimenti poveri e poco costosi come mais e patate vengono fatti propri dagli italiani, che con abilità li sublimano, in un processo quasi alchemico, trasformando prodotti grezzi in deliziose pietanze come polenta, gnocchi e mille altre squisitezze. Una Grande Opera compiuta dal secolare ingegno italico. Ritengo quindi doveroso tributare rispetto ai nostri avi che nei tempi più bui, con fatica e impegno riuscirono a creare "l'oro" alimentare.

Questo rispetto lo si porta anche tutelando e proteggendo il frutto di quelle antiche fatiche, risalenti a un'epoca in cui non si trovavano facili soluzioni in laboratorio con azzardati esperimenti. Vengono anche tirati in campo arance e limoni, originari, è vero, dell'Asia ma da millenni parte della nostra cultura.

Nelle sue imprese, l'eroe Ercole ruba i "pomi d'oro" dal Giardino delle Esperidi, che la mitologia poneva nei pressi del fiume Eridano, nome antico del Po. Si trattava molto probabilmente proprio delle arance. I limoni del Garda nel XV secolo erano apprezzati dagli ebrei askenaziti della Germania che compivano lunghi viaggi in Italia per procurarseli per la loro festa del Sukkot. Vicende meravigliose che fanno indissolubilmente parte della nostra storia e cultura e per questo vanno valorizzate e tutelate.

Il giornalista Serra conclude citando ancora il tedesco Federico, dicendo che se si fosse presentato alle elezioni lo avrebbe votato, per la sua capacità di portare innovazione abbandonando vecchie tradizioni e "preconcetti ".

Io concludo dicendo che, qualora scendesse in campo Carlo Magno, credo proprio che voterei per lui, per il suo grande merito di aver ristrutturato un'Europa flagellata da invasioni barbariche dandole un'identità definita che traeva la sua forza e fondamento proprio dalle antiche tradizioni romane.

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