
È stata sospesa dal servizio Stefania Musso, direttrice della casa circondariale di Torre del Gallo di Pavia, al centro di una bufera mediatica e istituzionale dopo la distribuzione di centinaia di preservativi ai detenuti. Il provvedimento, secondo quanto appreso da LaPresse, è stato adottato al termine di un’ispezione interna disposta dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), che ha evidenziato diverse criticità nella gestione dell’iniziativa.
720 preservativi distribuiti: “una misura terapeutica”
La distribuzione di ben 720 profilattici all’interno del carcere pavese era stata promossa dalla stessa direttrice, che aveva motivato la scelta come “terapeutica”, all’interno di un presunto progetto legato alla salute e alla prevenzione. Tuttavia, la mancanza di comunicazione con i livelli superiori dell’amministrazione penitenziaria e l’assenza di un protocollo condiviso hanno sollevato dubbi sull’appropriatezza dell’intervento.
Le contestazioni del DAP
Secondo fonti interne all’amministrazione, l’ispezione del DAP avrebbe evidenziato due punti critici principali: la mancata interlocuzione preventiva con gli uffici centrali e il rischio di conseguenze sull’ordine interno dell’istituto penitenziario. La misura, infatti, non sarebbe stata preceduta da alcun confronto formale con le autorità superiori, né accompagnata da una valutazione sull’impatto all’interno della struttura detentiva.
Sindacati sul piede di guerra
A sollevare per primi il caso erano stati i sindacati della polizia penitenziaria, che avevano definito la decisione della direttrice come “incomprensibile e inopportuna”, accusandola di aver agito unilateralmente su un tema tanto delicato. Le sigle sindacali avevano anche lamentato di non essere state minimamente coinvolte, né informate, su un’iniziativa che avrebbe potuto incidere sulla sicurezza e sul clima interno della struttura.
Le polemiche
La vicenda ha suscitato un ampio dibattito, sia all’interno del sistema penitenziario che nel mondo politico e dell’opinione pubblica. In queste settimane, numerose voci si sono alternate tra chi difendeva la direttrice, parlando di un tentativo coraggioso di affrontare tematiche spesso tabù in carcere, e chi invece chiedeva provvedimenti immediati per quella che riteneva una “gestione discutibile e senza precedenti”.
Nessun commento da parte della direttrice
Al momento, Stefania Musso non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali. La sua sospensione rappresenta un segnale chiaro da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che con questa decisione sembra voler riaffermare la necessità di un coordinamento rigoroso anche in ambiti legati alla salute e al benessere dei detenuti.
Il carcere di Torre del Gallo sotto osservazione
La casa circondariale di Pavia, una delle strutture più grandi della Lombardia, torna così sotto i riflettori, questa volta non per episodi di violenza o sovraffollamento, ma per una vicenda che riapre il dibattito su quali siano i confini delle iniziative individuali nella gestione penitenziaria.
La questione potrebbe anche avere strascichi a livello politico e normativo, spingendo il DAP a definire linee guida più chiare su temi legati alla salute sessuale e all’educazione all’interno degli istituti di pena.