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Un video lo smentisce, ma Lagioia continua a far la vittima

Il direttore del Salone del Libro di Torino torna sulla deprecabile contestazione al ministro Roccella e quasi minimizza: "Da mettere in conto...". Poi dichiara di essere stato lui l'aggredito

Un video lo smentisce, ma Lagioia continua e fa la vittima

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Nicola Lagioia insiste. Il giorno dopo le deprecabili contestazioni subite dal ministro Roccella al Salone del Libro di Torino, il direttore dell'evento ribadisce di essere stato lui la vittima di una presunta aggressione. In un'intervista rilasciata alla Stampa, lo scrittore barese è tornato sulla vicenda puntando il dito contro la deputata di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli, che lo aveva rimproverato ad alta voce per non essere riuscito a placare gli attivisti anti-Roccella. "Mi ha gridato contro con un atteggiamento veramente molto violento", aveva lamentato lui. Ma un video aveva mostrato come in realtà non ci fosse stata nessuna aggressione, bensì solo un animato scambio di battute (il clima non era certo dei più distesi) risoltosi in pochi istanti.

E il ministro "imbavagliato" dai soliti bravi ragazzi? Secondo Lagioia - parafrasiamo - certe critiche sono da mettere in conto. "Contestazioni ce ne sono state anche in passato, per esempio nei miei stessi confronti, su una presunta distrazione rispetto alle tematiche ambientali. In questo caso, però, si dirigono verso un politico, che di suo un po' deve aspettarsele, e soprattutto se è divisivo come la ministra Roccella sono da mettere in conto", ha affermato il direttore del Salone del Libro di Torino. Un po' come aveva fatto Roberto Saviano, secondo il quale gli esponenti del governo Meloni erano andati lì per "provocare". Dunque, quella aggressione faceva parte (sempre a suo avviso) della "dialettica".

Alla Stampa, Lagioia ha poi riferito la propria versione dei fatti. "Io arrivo al palco e, auspicando ovviamente che possa parlare, intervengo e dico ai contestatori: dialogate con la ministra attraverso un vostro delegato. Il tentativo di mediazione purtroppo non riesce. Poso il microfono e mi avvio verso la platea per capire che cosa si possa fare, e a questo punto l'onorevole Montaruli comincia a gridarmi addosso: vergognati, con i soldi che ti sei preso", ha affermato. E ancora: "È stata un'aggressione molto violenta. Ma, aggiungo, è anche assurdo che uno scrittore venga considerato un avversario politico. Io ho fatto il possibile perché la ministra potesse parlare".

Certo, i toni concitati di quei momenti non erano quelli di una sala da tè. Ma parlare di "aggressione molto violenta" è forse eccessivo, anche perché - come si evince da un video realizzato in quegli attimi - lo stesso Lagioia aveva tentato di replicare alla Montaruli, facendosi avanti senza timore. "Ma che vuoi? Ma chi sei?", aveva risposto, mentre qualcuno lo invitava a desistere. "Spero che sia archiviabile come un momento colorito del Lingotto. Siamo umani, anche l'intemperanza è parte di noi. Se si è trattato di uno sfogo, pazienza. Ma se invece è un comportamento politico, ebbene allora siamo davvero di fronte a qualcosa di preoccupante", ha aggiunto lo scrittore. Posizioni legittime, ci mancherebbe. L'unica contestazione apertamente politica vista al Salone è stata proprio quella degli attivisti anti-Roccella, sopraggiunti con l'obiettivo di impedire al ministro di parlare.

"Ho detto e ripetuto: fatela parlare; ho tentato di trasformare la contestazione in dialogo. Che avesse diritto di presentare il suo libro è ovvio, lapalissiano", ha argomentato infine lo scrittore. Ma quel suo tentativo di mediazione era stato giudicato poco incisivo da parte di Fratelli d'Italia ed è proprio su questo punto che si è scatenato il successivo diverbio.

"Non potevo fare anche il servizio d'ordine, c'è la polizia per questo", si è giustificato Lagioia, rivelando però di avere poi avuto un "dialogo civile" di confronto con Roccella.

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