
Ogni anno, il 10 agosto, milioni di persone alzano gli occhi al cielo in attesa di una scia luminosa. È la notte di San Lorenzo, tradizionalmente legata al fenomeno delle stelle cadenti, un appuntamento romantico, mistico e suggestivo che affonda le radici tra storia, religione e scienza. Ma perché proprio in questa notte si dice che "cadono le stelle"?
Una tradizione che parte da lontano
Il 10 agosto è il giorno in cui si ricorda San Lorenzo, giovane diacono martirizzato a Roma nel 258 d.C. secondo la tradizione, fu bruciato vivo su una graticola per ordine dell’imperatore Valeriano. Si racconta che, nel momento della sua morte, dal cielo caddero “lacrime di fuoco”. Da qui nasce il legame tra le meteore estive e il dolore del santo, un simbolismo rafforzato nei secoli anche dalla poesia: celebre è la poesia di Giovanni Pascoli, "X Agosto", dove descrive il cielo come “un pianto di stelle” che riflette il dolore del mondo.
Cosa sono in realtà le stelle cadenti
Dal punto di vista scientifico, quelle che vediamo in cielo non sono stelle che cadono, ma meteore: frammenti di polvere e ghiaccio lasciati dalla cometa Swift-Tuttle. Ogni anno, tra fine luglio e metà agosto, la Terra attraversa la sua scia, dando vita allo spettacolo delle Perseidi, così chiamate perché sembrano provenire dalla costellazione di Perseo. Quando queste particelle entrano nell’atmosfera terrestre, si bruciano per l’attrito e creano le famose scie luminose nel cielo. Il picco massimo del fenomeno oggi cade tra l’11 e il 13 agosto, ma per tradizione continuiamo ad associare l’evento al 10, giorno di San Lorenzo.
Desideri, leggende e un pizzico di magia
Perché si esprimono desideri quando si vede una stella cadente? Questa usanza affonda le radici nell’antichità. Già i Greci e i Romani credevano che i fenomeni celesti fossero segni degli dei, e che in quei brevi istanti fosse possibile entrare in contatto con il divino. Esprimere un desiderio sotto una stella cadente è dunque un gesto di speranza, una preghiera silenziosa che si affida al cielo. Col tempo, la leggenda delle “lacrime di San Lorenzo” ha rafforzato questa tradizione, unendo il sacro al sogno.
Un appuntamento sotto le stelle
Che si creda o no alla magia dei desideri, la notte di San Lorenzo è un’occasione unica per contemplare il cielo, lontano dalle luci artificiali. Basta un prato, un sacco a pelo o una sdraio, gli occhi rivolti verso l’alto e un po’ di pazienza.
Il consiglio è quello di scegliere un posto buio, lontano dalla città, e osservare il cielo dopo la mezzanotte, quando le meteore sono più frequenti. E magari, quando qualcuno ne vedrà una attraversare il cielo, potrà ricordarsi di esprimere un desiderio. Perché in fondo, anche se le stelle non cadono davvero, sperare non costa nulla.