Il trono di spade d'Europa, la fine dell'agricoltura. Le parole della settimana

Le parole della settimana: il trono di spade d'Europa, Charles Michel e le doppie morali europee, cosa succede in Polonia? La fine dell'agricoltura in Emilia-Romagna, ci salveranno i contadini, l'“eroismo” di Fleximan- uomo flessibile

Il trono di spade d'Europa, la fine dell'agricoltura. Le parole della settimana
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Proviamo a dare un po' di sapore poetico ai numeri che decretano il successo delle notizie sul web, di seguito alcuni dei fatti più cliccati della settimana rivisitati e corretti

Il trono di spade d'Europa

Lo scacchiere è grande e pieno di pezzi da muovere, ma l'obiettivo è uno e uno soltanto: fare in modo che nulla cambi. In questo autunno delle istituzioni europee sono in gioco poteri fortissimi, miliardi di euro e il futuro di un intero continente. Il prossimo giugno gli europei saranno chiamati a scegliere chi mandare nel parlamento dell'Unione Europea, che non è l'unica istituzione che decide, anzi, ma di certo ha un peso decisivo. E mentre i nostri cervelli si lasciano attrarre dai luccichii delle armi di distrazione di massa che ci anestetizzano, i grandi giochi sono già iniziati. L'obiettivo del potere in carica è solo uno: fare in modo che non vinca la destra.

Charles Michel e le doppie morali europee

Mentre in Italia si accende un grande dibattito su chi possa o debba candidarsi alle elezioni europee, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha annunciato che si candiderà alle prossime elezioni e quindi si è dimesso dalla presidenza. Il Consiglio Europeo è un'istituzione composta dai capi di Stato o di governo dei paesi membri dell'Unione europea, e definisce le priorità e gli indirizzi politici generali dell'Unione europea. Sembra dunque che un indirizzo politico generale della Ue sia che le ambizioni personali hanno maggiore importanza della responsabilità istituzionale. Europa.

Cosa succede in Polonia?

In questa guerra fra eurocrazia e chi vuole opporsi ad essa – ed alla sua agenda – c'è finita la Polonia. Donald Tusk, guardacaso ex presidente del Consiglio Europeo, è tornato Primo Ministro in dicembre, nonostante il partito conservatore fosse rimasto primo partito. Da subito ha iniziato la presa totale del potere. Due parlamentari di opposizione, ex membri del governo conservatore, sono stati arrestati. Ed ora Tusk sventola la bandiera sotto cui combattono le sue schiere: l'aborto, che ha dichiarato tornerà libero. I due possibili futuri dell'Europa si affacciano in anteprima sulla Polonia.

La fine dell'agricoltura in Emilia-Romagna

Tra i morbi di follia che si spandono dalle stanze del potere europeo c'è anche questo. La regione Emilia-Romagna ha approvato una delibera con cui si pagano i contadini per smettere di lavorare: verranno corrisposti dai 500 ai 1.500 euro a ettaro all’anno per non coltivare. Gli appassionati di storia ricorderanno le “Cleareances” con cui l'Inghilterra estirpò i contadini dalla Scozia. I fondi europei che si usano hanno la dicitura “ambiente”, ma ciò che ci sta dietro è molto più brutale: i contadini, che vivono nella verità della natura, non si fanno convincere facilmente dalle ideologie che il potere sforna per comandare. Non sono “liquidi” e quindi vanno sciolti.

Ci salveranno i contadini

E infatti sono i contadini a smuovere il potere europeo e a farlo tremare. Se ne parla poco, sui media, eppure nelle ultime settimane quasi tutta l'Europa è stata scossa da proteste di contadini. In Francia hanno sparato letame contro gli edifici del governo. Ora sono i contadini tedeschi ad aver messo in piedi la più grande protesta sociale dal Dopoguerra, per il taglio dei sussidi pubblici. È evidente che c'è un vasto piano europeo per stravolgere l'agricoltura nell'intero continente e loro, che sono in prima linea sul fronte tra l'uomo e la natura, sono i primi ad essersene resi conto. C'è una poesia nascosta nell'identità stessa dei contadini e personalmente penso che anche solo per questo non si possa fare a meno di considerarli una bussola sincera.

L'“eroismo” di Fleximan- uomo flessibile

Il fatto che per identificare un nuovo eroe si debba usare una parola inglese ce la dice lunga su chi abbia in mano il potere della mitologia contemporanea. Se lo chiamassimo “Uomo flessibile” sarebbe molto più efficace. Viviamo comunque in una strana era, in cui tutto si estremizza.

Da un lato l'archetipo di un nuovo tipo di “eroe” che va a estirpare le macchine fabbricamulte del potere, dall'altro la nuova “virtù civica” che consisterebbe nel viaggiare a 30 km/h senza lamentarsi della imposizione del limite. Secondo me sarebbe meglio tornare a leggere i classici.

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