Vinitaly e arte: perché la nostra cultura non deve essere messa da parte

Al Vinitaly 2023 sono stati esposti due grandi capolavori di maestri italiani. Una dichiarazione al mondo intero per rammentare che il vino italiano non si riduce ad un atto di produzione, commercializzazione ed esportazione: è molto di più

Vinitaly e arte: perché la nostra cultura non deve essere messa da parte
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In questi giorni sono rimasta profondamente (e piacevolmente) colpita da una grande e coraggiosa iniziativa che finalmente ha caratterizzato l'importantissima kermesse del buon bere italiano, Vinitaly 2023, "alla maniera" che piace a me.

Insieme a bottiglie di Amarone, Franciacorta, Lugana, Taurasi e mille altri scintillanti nomi di eccellenze enologiche italiane, sono stati esposti al pubblico, per la prima volta insieme, due capolavori di due grandi maestri italiani, il celebre Bacco di Caravaggio e il Bacco Fanciullo di Guido Reni, due splendide tele solitamente conservati agli Uffizi. Non senza polemiche, dal momento che erano considerati da alcuni come "inamovibili" dalla loro sede. Per fortuna ha prevalso la concezione che si possa fare cultura non solo nei musei e in atenei ma anche e soprattutto in quelle che sono dinamiche koinè come il Vinitaly.

A mio modesto avviso questa iniziativa è stata una delle più belle ed emozionanti dichiarazioni d'amore del Made in Italy degli ultimi anni, un messaggio di promozione del Bel Paese senza precedenti. Una dichiarazione al mondo intero per rammentare che il vino italiano non si riduce ad un atto di mero consumo, di produzione, di commercializzazione ed esportazione. È molto di più, è molto più profondo.
Quando assapori un vino italiano assapori una storia e una cultura millenaria. Assapori storie di genti e tradizioni, assapori melodie, poesie,statue, dipinti e ancora di più.

Furono i Greci quasi tremila anni fa, giunti sui nostri lidi con le loro belle navi dipinte, a portare vitigni e l'arte sacra della vinificazione. Pare che lo squisito Aglianico discenda direttamente dal vino "ellenicum" e da esso prenda il nome.
L'idillio tra il dio Bacco e l'Italia cominciò così e fu forte a tal punto che in antichità cominciò ad essere soprannominata Enotria, la Terra del Vino.
Un legame sacro e indissolubile tra le antiche genti italiche e il nettare dell'uva che ispirò (e inebriò) sacerdoti e culti, poeti e musicisti, scrittori e artisti.

Un legame che superò i secoli, che sopravvisse a regni e imperi, a crisi e guerre, tra mille difficoltà ma sopravvisse, per giungere fino a noi.
I simboli immortali di questa storia d'amore sono innumerevoli in tutto il nostro Paese e adornano palazzi e chiese, castelli e rovine maestose, tele dipinte, pareti affrescate, marmi scolpiti.

È questo il messaggio dei due capolavori al Vinitaly.

In Italia non produciamo solo ottimo vino ma molto, molto di più, se tutto il mondo viene per assaggiare i nostri vini, allora diamo a tutto il mondo un assaggio dell'arte e della bellezza che potrete trovare solo da noi.

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